Salerno: Parco Mercatello, il parco giochi dove non si gioca piĆ¹
SALERNO. Ormai da tempo ci arrivano in redazione numerose segnalazioni di residenti ma anche cittadini di altri quartieri che sottolineano la situazione di abbandono in cui versa il Parco del Mercatello di Salerno.
Il parco ha unāestensione di dieci ettari e veniva considerato uno dei maggiori parchi urbani attrezzati dāItalia. Progettato durante il sindacato di Vincenzo Giordano e fortemente voluto dai cittadini salernitani con lo scopo di riqualificare una zona a destinazione esclusivamente residenziale (ed aperto temporaneamente nel 1994), il parco fu inaugurato nel 1998 da Oscar Luigi Scalfaro, allora presidente della Repubblica italiana accompagnato dal sindaco dellāepoca Vincenzo De Luca.Ā Ma il Parco dei parchi come fu ribattezzato ĆØ solo un lontano ricordo. Ecco cosa ci scrive un nostro lettore Raffaele T.:
āBuongiorno
da ex cittadino di Salerno, residente fino a 25 anni fa nella zona orientale, ogni volta che torno āa casaā porto i miei figli a passeggiare e giocare nel Parco del Mercatello. Non posso che constatare, anno dopo anno, un vergognoso deterioramento del Parco, soprattutto dellāarea destinata ai bambini. Per me risulta inspiegabile prima ancora che inaccettabile. Come ĆØ possibile per una cittĆ come questa, impegnata a investire milioni di euro nella sua immagine turistica, lasciare che unāarea ludico-ricreativa (lāunica del quartiere!) nel cuore del rione piĆ¹ popoloso e con maggiore presenza di bambini, non riceva manutenzione da decenni? Che idea possono farsi i cittadini o i visitatori di una cittĆ che non ĆØ in grado di spendere poche migliaia di euro per sostituire qualche altalena rotta, ripulire le sponde di un torrente, manutenere le staccionate, riparare le fontanelle?
Frequentavo il parco con la mia famiglia giĆ 12 anni fa. Mia figlia, allora ancora bambina, ha trascorso bellissimi momenti di svago in questāarea, che anche da un punto di vista naturalistico ĆØ (e rimane) molto bella. Quei giochi su cui si arrampicava e si dondolava sono rotti da allora. I giochi giacciono, nella migliore delle ipotesi, recintati alla bene e meglio. Alcuni sono scomparsi (i meravigliosi tronchi sistemati dietro la serra delle piante grasse). Nella peggiore sono diventati ruderi arrugginiti, che ammoniscono i bambini sul destino ineluttabile di tutto ciĆ² che ĆØ stato pensato e costruito nel loro interesse. Nellāinteresse pubblico in generale. CāĆØ un filo rosso che lega le situazioni di degrado del nostro patrimonio pubblico. Dal viadotto di Genova, fino ai parchi giochi delle periferie italiane. E cāĆØ un approccio identico nel modello di gestione di questi beni: che sia un parco pubblico, una spiaggia libera o un bosco: il disinteresse, lāincuria, la mancanza di responsabilitĆ . Beni spesso affidati a concessionari privati, con modalitĆ frequentemente opache, troppe volte disinteressati allāimportantissima funzione cui sono preposti
Impossibile capire chi sia responsabile della manutenzione del Parco del Mercatello. Da alcune delibere di giunta reperibili su sito del Comune dovrebbe essere competenza di una cooperativa sociale, cui ĆØ stata affidata, senza gara e per motivi āsocialiā, i servizi di pulizia, manutenzione, custodia e guardiania del Parco oltre alla gestione di un punto ristoro. Ma non esiste un numero di telefono, nĆØ del Comune, nĆØ della cooperativa cui segnalare esigenze di intervento. Non esiste un referente del quartiere, uno sportello del comune che consenta ai cittadini di segnalare situazioni di degrado, anche nellāinteresse dei bambini. Eppure il Comune ha un regolamento per la ātutela delle Aree Verdi ed Alberateā, che prevede la responsabilitĆ del concessionario nei servizi di manutenzione ordinaria. Chi controlla se questa regola ĆØ rispettata? Cosa prevede la convenzione con la cooperativa sociale? PerchĆØ la convenzione non ĆØ visibile sul sito del comune? Purtroppo la scarsissima mobilitazione dei cittadini del quartiere non aiuta. Occorrerebbe un Comitato di Cittadini e soggetti interessati che svolga funzioni di stimolo e controllo nei confronti dellāamministrazione comunale e sappia organizzare azioni di tutela, valorizzazione e preservazione del parco, con la massima visibilitĆ ed incisivitĆ .
Se esiste una lezione che la tragedia di Genova puĆ² insegnarci ĆØ proprio questa: o i cittadini si riappropriano dei beni pubblici, o non sarĆ nessun altro a farlo per noi.
Chi ci sta?