Inchiesta

Salerno, la storia del Crescent. Simbolo del potere di De Luca

SALERNO. Si chiama Crescent, ma in realtà è un simbolo. Una Stalingrado (o Leningrado) dei tempi nostri, un simulacro, un totem. È il manifesto salernitano di Vincenzo De Luca. Nato con l’obiettivo di riqualificare un’area chiave della città che versava da decenni in condizioni di estremo degrado, il Crescent è un mega complesso urbanistico a forma di mezzaluna progettato dall’architetto catalano Riccardo Bofill.



Oltre 100 residenze extralusso, un parcheggio interrato e la piazza sul mare, rappresenta per De Luca il segno più forte ed evidente della trasformazione urbana tra il porto commerciale e la città vecchia: uno dei segni della rivoluzione urbanistica per trasformare quell’area del lungomare fino ai primi anni ’90 scenario spettrale di strutture in dismissione e luogo di traffico di prostitute in un punto di riferimento per visitatori e turisti.

Il primo atto amministrativo: il Pua

Il primo atto amministrativo risale al 2007 quando il Consiglio Comunale approvò quasi all’unanimità e solo con tre voti contro, il nuovo Pua (Piano urbanistico attuativo) di Santa Teresa che prevedeva la realizzazione di Piazza della Libertà e del Crescent. Dall’inglese, mezzaluna che in architettura indica proprio la forma a semicerchio di una serie di unità abitative in un unico complesso, l’opera fu commissionata all’archistar catalano di fama internazionale Ricardo Bofill.



I promotori

Promotori dell’investimento il gruppo imprenditoriale Rainone per un valore di complessivi 30 milioni. È il settembre del 2009 quando l’allora sindaco Vincenzo De Luca annuncia l’avvio dei lavori affidati alla ditta Rainone: 600 giorni per completare l’opera con una spesa complessiva di 29 milioni di euro. Immediata la protesta dei residenti che si organizzano in comitato per impedire la realizzazione dell’edificio, appoggiati anche dall’associazione ambientalista Italia Nostra.



La prima pietra

Nel 2011, arriva l’atteso taglio del nastro del cantiere del Crescent e, mentre viene annunciato il rispetto di un cronoprogramma da record in accordo con i due privati proprietari dei diritti edificatori della Mezzaluna l’Ati Crescent Srl e la società Sist i 120 appartamenti della struttura, i box auto i locali commerciali e gli uffici, cominciano ad essere messi in vendita a prezzi record.



I primi problemi giudiziari

Intanto, però, cominciano le traversie giudiziarie e tra sequestri e dissequestri che mettono costantemente in forse l’opera, il complesso urbanistico subisce varie modifiche. Il progetto originario prevedeva infatti la realizzazione di due torri ai lati della mezzaluna che sarebbero servite ad accogliere la nuova sede dell’autorità portuale e alcuni edifici comunali.

Quelle torri, che conferivano al progetto la valenza di edificio pubblico, sono però scomparse dopo l’annullamento, da parte del Consiglio di Stato, dell’autorizzazione paesaggistica concessa con un silenzio assenso e un nuovo parere espresso dall’allora soprintendente Gennaro Miccio.



Il Crescent diventa un complesso immobiliare privato

Da allora, senza che l’atto ritornasse all’attenzione dei consiglieri comunali, il Crescent che oggi è già in via di ultimazione e con larga parte dei suoi spazi vincolati da contratti di preacquisto è divenuto, a tutti gli effetti, un complesso immobiliare privato.

Un’altra trasformazione riguarda l’edificio Trapezio che è leggermente più basso rispetto al progetto originario. È il 20 novembre 2013 quando i carabinieri del comando provinciale di Salerno, su disposizione del gip Donatella Mancini appongono i sigilli all’intero cantiere edile che si affaccia sul lungomare cittadino

La battaglia ed i ricorsi

Per il dissequestro bisognerà attendere fino al 12 gennaio 2016 quando i giudici, accogliendo l’istanza dei costruttori Rainone, danno il via libera alla prosecuzione dell’opera, via libera confermato dalla Cassazione l’11 maggio 2016.



I lavori vanno quindi avanti nonostante il processo e nonostante i pubblici ministeri, lo scorso luglio, oltre a chiedere la condanna per i 22 imputati, hanno chiesto la confisca dell’edificio in quanto frutto di una lottizzazione abusiva.

L’apertura del porticato


Lo scorso agosto il porticato del Crescent è stato aperto al pubblico e vi si può comodamente accedere dalla scalinata su via Sandro Pertini, lato scuola Barra. Da allora, sopra i mosaici in ceramica che ricordano luoghi simbolo del territorio salernitano, vi è un via vai continuo di persone, di curiosi e di turisti che osservano l’opera ormai in via di ultimazione.


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