Cronaca

Saltano matrimoni all'hotel Raito: sigilli a piscine e centro benessere

Saltano matrimoni all’hotel Raito: sigilli a piscine e centro benessere.

Restano sotto sequestro le piscine, il centro benessere ed anche il ristorante dell’hotel Raito di Vietri sul mare. I sigilli furono apposti appena la settimana scorsa dagli uomini della Capitaneria di porto di Salerno per la mancata autorizzazione allo sversamento dei rifiuti reflui nel sistema fognario.

Ieri mattina il gip Piero Indinnimeo ha respinto la richiesta dei legali dell’amministratore giudiziario della struttura che risulta al momento denunciato per le violazioni commesse.

Una storia senza fine

Una storia senza fine quella dell’hotel Raito. Da ieri e fino al 10 settembre prossimo, difatti, la struttura era impegnata per una serie di ricevimenti nuziali che sono saltati. L’immissione nelle fogne, per i ristoranti, quando superano i duecento posti a sedere, devono difatti essere sottoposti ad autorizzazione.

Nel caso del Raito i posti sono più di duecento e le autorizzazioni non sarebbero mai state chieste. Secondo quanto scritto nella richiesta di dissequestro, difatti, l’amministrazione giudiziaria ritiene che mantenere i sigilli possa causare un problema di ordine pubblico per le difficoltà che deriverebbero dalla gestione degli sposi che, a poche ore dalla cerimonia, non hanno più il ristorante dove festeggiare.

Il sequestro dell’hotel Raito

L’albergo fu sequestrato nel 2011 alla famiglia Ragosta nell’ambito di una indagine della guardia di finanza di Napoli che accertarono a carico del gruppo di imprenditori una evasione fiscale per centinaia di milioni di euro. La struttura della Costiera amalfitana finì così sotto custodia giudizaria assieme ad altri alberghi in tutta Italia tutti facenti capo alla Ragista Real Estate srl.

Secondo i finanzieri il sistema adottato era semplice: il credito d’Iva veniva monetizzato con la compensazione del debito d’imposta totalizzato dalle società operative del gruppo. In pratica il profitto dell’evasione del gruppo veniva immesso nelle società immobiliari della famiglia per acquistare lussuosi alberghi e immobili. Il sistema di frode all’Erario avveniva poi attraverso una società del gruppo utilizzata dagli amministratori esclusivamente per costituire crediti Iva inesistenti.

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