Cronaca

Sanità, lettera aperta della FISI a Vincenzo De Luca: "Quello che c'è da sapere, e quello che non vi diranno mai"

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA. TUTTO QUELLO CHE IN SANITA’ CAMPANA VI E’ DA SAPERE, ANCHE QUELLO CHE NON VI DIRANNO MAI.

 Lo sperpero del danaro pubblico ed i disagi per l’utenza, in Regione Campania, vanno di pari passo oramai da qualche decennio. Pur essendoci una alternanza politica tra governi di centrosinistra e di centrodestra il denominatore comune è ed è rimasto una bad governance. Con una lettera aperta al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, la FISI (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali) ha voluto rendere noto tutti i disagi della Sanità campana:

«Lo sperpero del danaro pubblico ed i disagi per l’utenza, in Regione Campania, vanno di pari passo oramai da qualche decennio. Pur essendoci una alternanza politica tra governi di centrosinistra e di centrodestra il denominatore comune è ed è rimasto una bad governance voluta da caste di professionisti che hanno amministrato i soldi pubblici non nell’interesse dei bisogni della popolazione, ma solo ed esclusivamente nel puro interesse economico personale portando i costi della sanità pubblica ed accreditata a lievitare in maniera anomala ed incontrollabile. E’ di questi giorni la notizia dell’indagine della Corte dei Conti su di un danno di 16 milioni di euro per la nomina di 523 Responsabili Sanitari e Vice responsabili. Ma gli sperperi non finiscono qui e seppure lo scrivente ha macinato decine di denunce sugli sperperi ed ha proposto modelli organizzativi, qui ritenuti innovativi e molto meno onerosi, nulla si è mosso e chiunque ha proposto soluzioni è stato completamente ignorato preferendo evidentemente di mantenere privilegi a determinate caste pur sapendo che è immorale far pagare prestazioni sanitarie che in altre regioni non si pagano, chiudere Ospedali e servizi solo ed esclusivamente per supportare e sopportare spese completamente non in linea con i cosiddetti costi standard. Stranamente (o no?) da decenni oramai a capo dei processi di riorganizzazioni sanitarie e rimodulazioni varie vi è stato sempre un Medico, come se coloro che hanno cagionato il danno potessero sapere di più di altri. Ed è qui il punto dolente, dalle riorganizzazioni sanitarie sono stati esclusi tutti gli stakeholder, ovvero tutti quei portatori di interessi compresi quelli collettivi, che potevano apportare idee o soluzioni e potevano monitorare i processi apportando correttivi. Si è preferito, invece, un rappresentante della casta per difendere gli interessi di casta. Infatti, in Regione Campania esiste, sussiste ed imperversa una casta di Dirigenti a cui tutto è permesso per cui leggi, regolamenti e quant’altro si interpretano ma non si applicano. Basti pensare che le liste di attesa nella provincia di Salerno, ma in generale in tutta la Regione, per qualsiasi prestazioni si allungano in dismisura arrivando anche a diversi mesi nel mentre basta proferire la magica parola “intramoenia” per avere la prestazione immediatamente nonostante le leggi dicano che in caso di liste di attesa lunghe bisogna bloccare il regime a pagamento dell’intramoenia. Non sarà sfuggito, spero, anche il caso televisivo dei 500 indagati e degli 8 licenziati all’Azienda Ospedaliera di Salerno per truffa, poiché gli stessi pur avendo timbrato il badge nel mentre risultavano in servizio non erano al proprio posto di lavoro: ebbene, se ciò e sacrosanto e di obbligo, nel caso dei Dirigenti si “interpreta”. Già dal 2010 la nostra Organizzazione denunciava che i Dirigenti della ASL di Salerno non avevano obbligo di timbratura del Badge ed autocertificavano a fine mese il servizio, qualcuno autocertificava anche 31 pronte disponibilità senza che nessuno controllasse se erano in servizio e soprattutto se adempivano al debito orario settimanale o se erano in malattia: avevamo immaginato una parodia, avevamo paragonato i Dirigenti della ASL agli “uomini iperborei” razza di uomini immuni ad ogni malattia visto che da anni non vi erano controlli ASL per malattia ai Dirigenti apicali. Ma la cosa continua ancora, si è interpretato che è obbligo dei Dirigenti timbrare il badge una sola volta: o in entrata al servizio o in uscita dal servizio, ma la canzone è sempre la stessa: nessuno controlla! Ma la cosa che più fa pensare è che oramai si è creato un sistema sanitario regionale parallelo a pagamento poiché volutamente non si sono creati percorsi di cura e diagnosi e reti di assistenza per favorire la solita casta che attraverso il sistema di visite a pagamento presso studi privati gestiscono i ricoveri ospedalieri creando percorsi privilegiati di ricovero e trattamenti chirurgici al di fuori delle liste di attesa per chi paga le visite e passa “per la chiesa”. E’ chiaro che una organizzazione sanitaria, così pensata, va in default e bisogna pensare a piani di rientro dal deficit ed aumento dei ticket sanitari con manovre “a lacrime e sangue”. Ma anche in questo caso, la casta riesce ad uscirne indenne a spese di tutti i dipendenti e dell’utenza addirittura lucrando. Non sarà sfuggito che il MEF (Ministero economia e finanza) ha imposto un piano di rientro anche sul personale bloccando le assunzioni e tagliando il salario variabile dei dipendenti: ma anche qua siamo alle solite, nel mentre (a solo titolo di esempio) dal 2010 ad oggi il personale di Comparto dell’ASL di SALERNO sono stati sottratti circa 30 milioni di euro di salario variabile (produttività, indennità ecc.) , per i Dirigenti si interpreta e si trovano soluzioni per farli addirittura guadagnare di più : con accordo del 2013, quindi nel pieno del piano di rientro, la ASL SALERNO stipula un accordo decentrato con le sigle dirigenziali e prevede all’art. 19 le c.d. “prestazioni aggiuntive” (circa 600 euro a turno di lavoro) che dovevano essere attivate in casi eccezionali e che dovevano essere autorizzate solo dopo aver razionalizzato la rete dei servizi per ottimizzare le attività assistenziali, ebbene non solo i servizi non sono stati riorganizzati ma le prestazioni aggiuntive effettuate regolarmente e pagate a carico del bilancio della ASL ( e non dei fondi contrattuali) e ciò ha reso nullo non solo il taglio dei fondi dell’Area dirigenziale ma ha superati ampiamente gli stessi fondi previsti con il risultato che a perdere 30 milioni di euro sono stati solo i dipendenti del Comparto. Non è una truffa? E la colpa di chi è? Vi è da aggiungere che le prestazioni aggiuntive erano previste dalla legge anche per il personale di Comparto e che la ASL non ha mai autorizzato le stesse, nel mentre ha contrattato quelle per la Dirigenza: due pesi e due misure…adeguandosi, a spese dei contribuenti, alla casta. Se questo vale per il Pubblico, nel Privato Accreditato le cose non vanno meglio…. Le case di cura ed i centri provvisoriamente accreditati avevano l’obbligo di adeguarsi a degli specifici requisiti per ciò che atteneva sia alla struttura sanitaria in cui si erogavano le prestazioni che alle risorse umane necessarie per espletare dette prestazioni. Orbene da uno studio della nostra organizzazione, nella sola provincia di Salerno, si è scoperto che nessuna struttura privata accreditata ha il requisito delle risorse umane necessario per espletare le prestazioni: in media vi è il 50 % del personale in meno del necessario e prescritto dalla legge. Il risultato è che i dipendenti sono stremati e che una sanità che dovrebbe curare invece ammala proprio i lavoratori che dovrebbero curare e che vengono continuamente sottoposti a straining lavorativo, i profitti invece aumentano. Potrebbe sembrare inutile, ma è necessario, dire che è stato presentato un esposto sulla faccenda e vi è una indagine in corso della Magistratura per abuso di Ufficio in quanto chi doveva controllare i requisiti si è fidato delle dichiarazioni e non ha controllato e verificato la sussistenza degli stessi e potrebbe esserci un danno erariale per la sola provincia di Salerno negli ultimi 10 anni pari o superiore a 1 miliardo di euro. Qui, per una scelta di genericità della lettera, non si vuole toccare in maniera dettagliata il tasto delle esternalizzazioni e degli appalti di servizio effettuati nel corso degli anni, però bisogna rappresentare che: dalle pulizie al vitto passando all’ADI (assistenza domiciliare integrata) gli appalti dei servizi sono stati tutti pensati non in funzione del “Make” or “Buy” tenendo presente se si aveva il personale necessario o meno nel servizio che si voleva esternalizzare, ma portando fuori quel tipo di lavorazione con conseguente impoverimento dell’azienda (rimangano uguali i costi interni, a
umentano i costi delle lavorazioni esterne) ed attivando il circolo vizioso di far aumentare progressivamente il costo complessivo. A ciò bisogna aggiungere che, a causa di capitolati di appalto editi da persone poco competenti, le condizioni di lavoro e paga dei dipendenti esternalizzati sono da terzo mondo, mentre i profitti degli appaltanti sono stellari e non vi è nessun controllo dei servizi che sono al di sotto di sufficienti standard di qualità. Questo è quanto finora successo e che nessuno dirà e che tutti terranno nascosto affinché nulla muti ed affinché la “casta” possa vivere come verme saprofita sulle spoglie di una sanità regionale malata pressoché terminale ed alle spalle dei contribuenti, si dirà invece che è difficile gestire la sanità pubblica, che i dipendenti sono fannulloni, che è meglio privatizzare ed esternalizzare servizi anche se la verità è che alla casta non servono dipendenti “pensanti” che sono scomodi e “liberi di pensare ed agire” perché dipendenti pubblici, ma solo “dipendenti” di qualche “padroncino” che sottopagandoli e spremendoli come limoni eseguono gli ordini nel terrore di essere licenziati. Caro Presidente, vuole questo? O vuole una sanità efficace, efficiente e funzionante senza padroni, senza padrini ma anche e soprattutto senza matrigne. Ci pensi molto attentamente, ora come ora, contano più gli uomini che gli ideali: vada a fondo sulle situazioni che le ho esposto e ne vedrà delle belle, sperando che colga i suggerimenti. Resto in attesa, eventualmente, di un vostro riscontro o di vostre richieste di ulteriori chiarimenti.

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