Cronaca

Sanità senza fondi, stop a tutte le analisi in provincia di Salerno

A Salerno e provincia stop alle prestazioni sanitarie nei centri privati, per esaurimento dei budget. La notizia viene confermata da Gennaro Lamberti, presidente nazionale di Federlab, che denuncia: «Non ci sono più risorse fino alla fine dell’anno».

Un quadro allarmante. «Siamo stati facili profeti, quello che avevamo detto si è verificato puntualmente afferma Lamberti – . Ci troviamo nella condizione che sono finite le prestazioni per il terzo trimestre a Napoli, e a Salerno addirittura per tutto l’anno. I cittadini salernitani non avranno più l‘assistenza convenzionata fino al primo gennaio 2019. Gli errori della programmazione sanitaria sono macroscopici, lo diciamo da anni, l’ultima è stata fatta nel 2001, quindi è chiaro che sono sottostimate le disponibilità economiche».

Campania

Il presidente di Federlab rammenta di non aver ancora firmato i contratti per il 2018, «perché non è stata prodotta ancora la delibera che definisce i tetti di spesa». «Noi non sappiamo quali sono i fondi disponibili – spiega – . E questo tipo di condizione non consente ai cittadini di sapere se hanno diritto o meno all’assistenza sanitaria. Alla fine il problema è questo, noi rappresentiamo le strutture sanitarie e abbiamo un interesse di parte.

Ma il cittadino queste prestazioni dove se le va a prendere, visto che neanche le strutture pubbliche sono in grado di erogarle?». Il braccio di ferro. Con Palazzo Santa Lucia il braccio di ferro va avanti da tempo, ma senza sbocchi. «Dalla Regione non è arrivata nessuna risposta, è un muro di gomma – accusa Lamberti – .

Oltre ai soliti proclami con cui si dice di aver risolto tutti i problemi, non si è fatto un bel niente. Il nostro primo esposto era del 17 aprile 2017. In un anno e 4 mesi non si è saputo nulla. Una situazione che definire drammatica è poco, poi c’è tutto il problema occupazionale della specialistica ambulatoriale. Più di 600 strutture campane non hanno alcuna certezza».

Una cosa è sicura per Federlab. «A Salerno è perfino peggio che a Napoli, perché l’Asl – spiega il presidente – non ha adottato la trimestralizzazione dei tetti di spesa, in pratica ha fatto lavorare i centri i primi 6 mesi. Una diversa distribuzione, né migliore né peggiore. Ma anche il fatto che da una provincia all’altra si abbiano differenze non fa che acuire le problematiche del cittadino».

I nodi e i paradossi. I nodi sul tavolo però sono anche altri, e riguardano la tempestività delle comunicazioni. «Giovedì ci è stato comunicato dall’Asl, senza aver fatto alcun tipo di monitoraggio e disattendendo tutte le procedute previste dalla Regione – racconta Pierpaolo Cavallo, professore di Igiene all’Università di Salerno ed ex vicepresidente di Federlab Campania – che i soldi per il comparto laboratori sono terminati il 30 luglio, per la radiologia termineranno a fine agosto, per medicina nucleare sono esauriti il 19 giugno, quindi i colleghi hanno lavorato un mese e mezzo a fronte di zero disponibilità e rischiano di vedersi non pagati».

Per le prestazioni in convenzione a Salerno questo sembra l’anno zero. «I budget si sono esauriti paurosamente in anticipo – testimonia Cavallo – L’anno scorso era accaduto a ottobre, due anni fa addirittura a dicembre, anche grazie al fatto che la nostra Asl è un po’ più attenta ai controlli sui medici prescrittori». Ma sull’origine del problema Cavallo ha le idee chiare.

E risalendo dalla coperta troppo corta, si arriva fino alla riforma dei centri privati. Una legge nazionale che, da qualche anno, impone le aggregazioni dei laboratori. La Campania vara una proroga dietro l’altra, in attesa che tutti siano pronti. «Ma nulla vieta, a chi può, di partire già e – dichiara il docente – alcuni consorzi sono partiti. Ce ne è uno molto grosso che ha il laboratorio a Pagani, territorio dell’Asl Salerno, ma ha i punti di prelievo quasi tutti a Napoli, territorio dell’Asl napoletana.

Si è deciso che la contabilità per le prestazioni prodotte da un laboratorio di consorzio vengano presentate all’azienda sanitaria in cui insiste il laboratorio di produzione. Questa struttura è talmente è grande che si “mangia” tutti i soldi dell’Asl e ora i budget sono esauriti prima del tempo». La conclusione è paradossale. «L’Asl Salerno coi suoi fondi, ricevuti per i suoi cittadini – sostiene Cavallo-, finanzia invece l’Asl Napoli». La soluzione sarebbe una modifica normativa per la contabilità dei consorzi.

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