Cronaca

Sarno, "Chi e perchè ha ucciso Aldo Moro"

SARNO. “Molti vogliono che non si sappia la verità. Troppi errori nelle indagini, senza dimenticare una evidente complicità omissiva e la volontà da parte di alcuni di non arrivare a comprendere cosa accadde davvero”.

Così l’onorevole Gero Grassi, componente della commissione d’inchiesta sul caso Moro, intervenuto ieri mattina a Sarno su invito del sindaco Giuseppe Canfora e del Pd.

All’incontro sono intervenuti il sindaco e presidente della Provincia, Giuseppe Canfora, il segretario cittadino del Pd, Domenico Manzo e Nicola Landolfi, segretario provinciale del Pd.

“Comprendere la realtà della vicenda al 100% è folle – ha spiegato il vicepresidente dei deputati Pd alla Camera – ma possiamo avvicinarci piano piano. Da ciò che traspare dalle nuove indagini è che Moro non fu ucciso nel bagagliaio della Renault 4, ma sul sedile posteriore della macchina. Questo evidenzia la falsità delle dichiarazioni dei brigatisti, così come la ricostruzione della strage di via Fani risulta non attendibile.Ci sono delle nuove perizie in corso”.

Sono trascorsi 38 anni dall’uccisione di Aldo Moro. Dietro la morte dello statista democristiano, i servizi segreti americani e sovietici, la P2, i servizi deviati italiani, pezzi deviati dello Stato, Gladio. Gero Grassi ha dedicato gran parte della sua vita a raccogliere e archiviare materiale e documenti sul rapimento e la morte del leader democristiano, che sono a disposizione per intero sul sito internet www.gerograssi.it.E‘ sua la proposta di legge di istituire una commissione d’inchiesta sul caso Moro. Fermamente convinto che la verità sull’uccisione di Moro non è ancora emersa, Grassi ritiene sempre valida l’espressione di Carlo Bo, che parla, nel 1979, di “Delitto di abbandono“.

Lo statista democristiano fu rapito il 16 marzo 1978 e fu assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978 dopo una prigionia durata 55 giorni.

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