Cronaca

Scafati, Aliberti tuona: «lo stolker è del Pd»

SCAFATI. Si infiammano gli animi nello scafatese. Insulti, minacce, veleni e polemiche generano il caos presso il Comune. Pasquale Aliberti, il primo cittadino, lancia un annuncio sui social, asserendo che, qualche mese fa, un giovane del Pd, ha fatto minacce telefoniche ai suoi danni e a quelli della sua famiglia. «Forse aveva bevuto, forse era pieno di cannabinoidi, sicuramente un bamboccione, il ragazzotto del Pd scafatese che in orari notturni, in anonimo, si è cimentato in telefonate intimidatorie ai miei familiari – ha scritto il primo cittadino – abbiamo denunciato, è stato individuato, resta un cretino».

E con toni ironici ha aggiunto: «Obbiettivo ottenuto: mio padre, 75 anni, per non essere più disturbato dai loro squilli notturni, ha tolto il telefono fisso». La segretaria del Pd Margherita Rinaldi contrattacca e cerca di respingere come può le dichiarazioni del sindaco: «Abbiamo preso atto e fatto verifiche ma, ad ora, nessuna denuncia e nessun ragazzotto del Pd, autore delle presunte intimidazioni telefoniche, ci risulta – ha precisato – a questo punto Aliberti mostri la denuncia e faccia il nome. Altrimenti smetta di denigrare e diffamare chi in questa città fa opposizione. Non riuscirà a gettare sul Pd, né su altri, neppure un poco del fango che oramai lo sommerge. Pensi alle inchieste che lo coinvolgono per fatti gravi piuttosto che interpretare il solito ruolo della vittima. Oramai non gli crede più nessuno. Non vorremmo che, come ha inventato domande di un’intervista mai fatta, inventi anche telefonate e denunce che non esistono. Dimostri quanto dichiara, altrimenti saremo noi a presentare un esposto in Procura».

Aliberti sostiene che il giovane abbia, con tutta probabilità, prestato il cellulare per le telefonate anonime ai suoi familiari: «Pare – continua il sindaco – che il ragazzo interrogato dai carabinieri abbia riferito di non aver fatto lui materialmente le telefonate». Era lo scorso maggio quando il primo cittadino annunciò che sul telefono fisso del padre erano arrivate telefonate anonime: Le minacce e le molestie telefoniche di notte subite in questi mesi dai miei familiari – aveva scritto su Facebook – sono atti violenti e squallidi di persone che si nascondono dietro l’anonimato». Sul contenuto, però, Aliberti non si sbottonò: «Volgarità e parole inaudite rivolte a mio padre e a mio fratello».

(Fonte: La Città)

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