Cronaca

Scafati, nuovo blitz della Dia: 7 indagati, voti della Camorra ad Aliberti e moglie

SCAFATI. Altre sette perquisizioni in merito all’inchiesta dell’Antimafia al Comune di Scafati che vede coinvolto il primo cittadino Pasquale Aliberti, la moglie e consigliere regionale Monica Paolino ed il fratello del sindaco Nello Maurizio Aliberti. Salgono ad undici gli avvisi di garanzia notificati.

L’Antimafia ha delegato alla Dia la notifica dei decreti di perquisizione e contestuale avviso di garanzia. I militari hanno acquisito i documenti contabili, agende, timbri societari e fatturazioni che comproverebbero l’appoggio ad esponenti politici nelle elezioni 2013 e 2015, da parte del clan Loreto-Ridosso

Gli inquirenti si sono presentati a casa di Nello Maurizio Aliberti, acquisendo in particolare alcune fatture emesse dalla “626 Service” sas di Nello Aliberti nei confronti di cooperative di Angri, Sant’Egidio e Scafati. Una di queste sarebbe intestata alla Maxiclean, una delle imprese amministrata formalmente negli ultimi anni da Pasquale Izzo, ma nei fatti gestita da Alfonso Loreto e Gennaro Ridosso.

Il legame politico mafioso passerebbe anche tramite il ruolo avuto da un ex consigliere provinciale e comunale, Raffaele Lupo, che alle amministrative del 2013 avrebbe ispirato la lista Grande Scafati che supportava la candidatura di Aliberti. Una lista nella quale figurava Roberto Barchiesi, attuale consigliere comunale di maggioranza. In quella lista spiccava anche il nome di Umberto Di Lallo, candidato e scomparso a giugno del 2014.

Gli uomini della Dia e dei carabinieri hanno acquisito a casa di Lupo, commerciante ortofrutticolo, una corposa documentazione: fatture, documenti personali, agende. Perquisizioni anche a casa di Roberto Barchiesi, consigliere di maggioranza, al centro di un giallo politico nel marzo del 2014 quando si dimise e poi fece ricorso al Tar per essere reintegrato. Barchiesi, dipendente di una ditta di pulizie, è lo zio dell’ex moglie di Loreto jr..  Tra i nomi eccellenti finiti nell’inchiesta, anche Ciro Petrucci – ragioniere – fino a qualche settimana fa componente del consiglio di amministrazione di una partecipata del Comune, l’Acse.

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