Cronaca

Scafati: controlli ed abusi, sospeso comandante dei vigili urbani

SCAFATI. Comandante dei vigili urbani di Scafati sospeso per 11 giorni. A quanto pare dopo il provvedimento scaturito per presunto abuso edilizio adesso il comandante dei caschi bianchi scafatesi rischia un altro procedimento disciplinare a seguito di un secondo controllo.

Antonio Cavallaro però è pronto a citare per mobbing i suoi superiori e per il momento chiede la rimozione dell’ingegnere Nicola Fienga da responsabile dell’ufficio tecnico del Comune. A quanto pare il comandante Cavallaro si dichiara perseguitato ed è intenzionato a ricorrere alla giustizia per vedere riconosciuti i suoi diritti. Al momento è già in corso un contenzioso presso la sezione Lavoro del Tribunale di Nocera Inferiore per impugnare gli 11 giorni di sospensione scontati nel mese di agosto.

Il provvedimento giunse in seguito ad un controllo condotto dai suoi stessi colleghi che gli hanno contestato di aver effettuato più lavori di quanto dichiarati alla Scia.

Cavallaro si era prodigato per ripristinare lo stato dei luoghi, subendo anche un trasferimento dall’ufficio abusi edilizi a quello delle contravvenzioni. Non solo, in seguito giunse il provvedimento disciplinare di sospensione, ora al vaglio della magistratura.

Il timore di Cavallaro è che, però, un’altra sospensione sia alle porte. A quanto pare stavolta in seguito ad un controllo nei pressi della sua abitazione effettuato lo scorso maggio, quando i colleghi gli chiesero spiegazioni in merito alla costruzione di un pergolato. In quell’occasione Fiega aveva chiesto ripristino dei luoghi e la sospensione del capitano. La procedura, in quell’occasione, fu bloccata dopo la presentazione delle memorie difensive da parte del legale del capitano dei caschi bianchi.

Per il legale di Cavallaro i ripetuti controlli e la sospensione di agosto sono frutto di un vero e proprio atto di mobbing. Il comandante dei vigili urbani nelle scorse settimane infatti era balzato agli onori di cronaca per la sua decisione di impugnare il decreto di scioglimento del consiglio comunale per camorra, con la sua istanza che si era andata ad unire a quella dei fedelissimi di Aliberti.

Una decisione per contestare le dichiarazioni che l’ex capitano dei vigili, Alfredo D’Ambruoso, aveva fatto alla Commissione d’Accesso agli atti.

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