Cronaca

Selfie sui binari col treno in corsa: allarme in provincia di Salerno

NOCERA INFERIORE. Nuova frontiera del brivido per alcuni ragazzini di Nocera Inferiore, nuova moda sulla scia del Daredevil Selfie, ovvero gli scatti estremi. L’episodio, che non sarebbe isolato, si è verificato ieri, intorno alle 12.15, al passaggio a livello di via Pucci, a Nocra Inferiore.

L’allarme è stato lanciato da una madre sul gruppo social “Sei di Nocera Inferiore se ricordi…”. La signora Imma Zinnia , che è anche amministratrice del gruppo Fb “Noi mamme di Nocera”, ha raccontato quanto ha avuto modo di vedere mentre era in attesa che passasse il convoglio e si alzassero le sbarre. «Scrivo questo messaggio – ha specificato Zinnia – nella speranza che in questo gruppo siano presenti i genitori di quei ragazzini, poco più che tredicenni, che nonostante le sbarre del passaggio a livello pedonale di via Gelsi fossero abbassate, hanno attraversato con il treno che stava a circa 150 metri da loro, il tutto mentre gli altri compagni da dietro le sbarre riprendevano la scena col cellulare».

Selfie sui binari col treno in corsa: allarme in provincia di Salerno

Deve essere stata una scena da brividi per chi ha avuto modo di assistere, ma pure per i giovani che la signora Zinnia presume fossero studenti di una vicina scuola media. «Io non sono una psicologa, né un’educatrice, sono semplicemente una mamma a cui si è gelato il sangue alla vista di quella scena».

Dai commenti al post emerge che altri hanno avuto modo di assistere alla scena e che non è la prima volta che si verifica. Viene anche fuori che in alcuni casi i ragazzini hanno risposto per le rime a chi gli faceva notare la pericolosità del gesto. «Vi chiedo – ha continuato Imma Zinnia – di parlare con i vostri figli, di far capire loro la gravità del fatto e soprattutto che non si diventa belli o simpatici con queste cose, ma si diventa morti». Una sfida pericolosa e inquietante per il selfie più temerario, che giova dell’effetto emulazione.



Non è la prima volta che ragazzi in piena adolescenza, forse per farsi apprezzare dal proprio gruppo, sfidano la sorte con azioni estreme. Il carico da novanta dei social, che amplificano le gesta di qualche sprovveduto, completa il quadro. Maria Beatrice Toro, docente di psicologia di comunità all’Auxilium di Roma, dopo la morte di un 15enne di Sesto San Giovanni, nel milanese, per un selfie dal tetto di un centro commerciale, ha detto all’agenzia cattolica Sir: «Nei ragazzi è sempre esistita l’attrazione per il rischio, ma oggi viviamo in una società caratterizzata da una sorta di innalzamento della soglia di percezione delle sensazioni.

Cercano soprattutto visibilità: l’emozione non consiste nell’esperienza estrema ma nella sua condivisione sui social, nella gratificazione per i like ricevuti». Un’estremizzazione che è conseguenza di un narcisismo: «In questi casi – ha spiegato Toro – si innesta una distorsione patologica: “io esisto se faccio le storie, se faccio i selfie, se ho visibilità”. La cosa tragica è che non percepiscono il rischio di morire».

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