Cronaca

Sequestrati i depuratori di Ravello, Atrani e Cetara, 17 persone indagate

SALERNO. In data odierna è stata data esecuzione a tre provvedimenti cautelari su richiesta della Procura, emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Salerno.

Le relative indagini sono state condotte dal N.O.E. CC di Salerno e dalla Capitaneria di Porto anche con l’ausilio di speciali mezzi tecnici . È stato disposto il sequestro degli impianti di depurazione – trattamento dei reflui urbani, dei comuni di Ravello, Atrani e Cetara.

In particolare, i provvedimenti hanno ad oggetto i tre impianti del Comune di Ravello siti in località Sambuco, Cigliano e Boschetto/Marmorata, i due impianti di Atrani ubicati in Piazzale Marinella e via dei Dogi, nonché l’impianto di Cetara in località Porto. I nuovi sequestri si aggiungono a quelli già operati negli ultimi mesi dalla Guardia Costiera e dai Carabinieri NOE presso gli impianti di depurazione dei Comuni di Amalfi, Praiano e Maiori.

Le indagini e le analisi finora eseguite hanno consentito di accertare che i depuratori comunali dei citati Comuni della Costiera Amalfitana sversano i reflui urbani in mare senza operare una effettiva depurazione, così immettendo nelle acque sostanze (escherichia coli, solidi sospesi, bod, azoto anunoniacale, etc.) in concentrazione superiore rispetto ai limiti tabellari statuiti dal Testo Unico Ambientale e delle altre normative che disciplinano la qualità delle acque.

Tutti gli impianti di depurazione sottoposti a sequestro sono privi di autorizzazione per lo scarico dei reflui in mare; le analisi effettuate in autocontrollo hanno evidenziato l’inefficienza della depurazione, dati confermati da ultimo anche dalle analisi eseguite dal personale del Laboratorio Ambientale Mobile della Guardia Costiera. Tale inefficienza ha determinato il riversamento in mare di una consistente . parte dei reflui urbani praticamente nella loro consistenza originaria, con conseguente deturpamento delle acque antistanti i Comuni di Ravello, Minori, Atrani e Cetara chiaramente percepibile per la formazione di schiuma in superficie, presenza di ampie chiazze di colore marrone in mare e dalla emanazione di odori molesti, situazione più volte denunciata dagli stessi cittadini, a dimostrazione della non occasionalità degli eventi.

Complessivamente risultano indagate n. 17 persone; a carico dei pubblici amministratori è stato contestato anche il delitto di omissione di atti di ufficio per avere violato gli obblighi normativi e funzionali connessi alle loro cariche e per avere omesso di attivarsi al fine di assicurare il trattamento dei reflui fognari e di garantire il rispetto della normativa ambientale e di igiene e salute pubblica, di ottenere le prescritte autorizzazioni per lo scarico e di assicurare, mentre per i gestori degli impianti è stato contestato il delitto di frode in pubbliche forniture per avere omesso di assicurare i lavori di manutenzione alle reti idriche e fognarie.

Gli accertamenti si collocano in una più ampia attività della Procura della Repubblica di Salerno finalizzata ad accertare le fonti di inquinamento delle acque superficiali interne e del mare che, nelle scorse settimane, nel verificare illeciti nella gestione dei sistemi di depurazione delle acque reflue dei Comuni dell’intero circondario, ha già portato al sequestro dei già citati di depurazione, nonché quelli di Albanella, Palomonte e Contursi Terme.

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