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Sposato con una nigeriana, non può vivere in Italia. Il caso ad Angri

ANGRI. Sposato con una nigeriana, residente in Senegal, non può vivere in Italia con la moglie, per mancata concessione del visto d’ingresso alla consorte.

Protagonista di questa vicenda il cittadino angrese Gennaro Pappalardo. Del caso, ora, si sta occupano anche il sindaco Cosimo Ferraioli.

“Il sindaco Ferraioli, a seguito della pubblicazione sul mensile locale Angri’80 di alcuni articoli che segnalavano la paradossale vicenda di un cittadino angrese, Gennaro Pappalardo e di sua moglie, ha incontrato nel Palazzo comunale di Piazza Crocifisso il nostro concittadino – si legge in una nota diramata dal Comune -.
Nell’occasione, Pappalardo ha raccontato al primo cittadino nei dettagli la storia di cui è involontario protagonista: pur sposato con una cittadina nigeriana residente in Senegal a seguito di un matrimonio regolarmente trascritto in Italia, gli viene impedito di vivere con la moglie in Italia, per mancata concessione del visto d’ingresso alla legittima consorte, ed, inoltre, lo si vuole addirittura processare per favoreggiamento del’immigrazione clandestina”.



Dopo aver meditato sul da farsi, il Sindaco ha deciso che fosse opportuno e doveroso informare della situazione la massima autoritĂ  dello Stato italiano il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Il signor Gennaro Pappalardo ha sposato in Senegal, amandola ed essendone riamato, la signora Patricia Ehiaghe di nazionalità nigeriana. Come ogni vera storia d’amore, anche questa che può sembrare solo il frutto di una coincidenza o di un caso fortunato, è segnata dalla determinazione di amare l’altro con umiltà, fede e coraggio.

Gennaro, per tutti Rino, persona mite e laboriosa (operaio specializzato che lavora in una ditta angrese per la creazione di vetri artistici), 54 anni, da sempre attratto dall’Africa e dalla purezza dell’arte africana, ha conosciuto Patricia, una nigeriana di lingua inglese residente in Senegal, di fede cristiana evangelica, su di un sito comparso per caso sul suo profilo facebook – si legge nella missiva -.

Dopo essersi frequentati e conosciuti, hanno deciso nel febbraio del 2015, di sposarsi e di vivere in Italia. Poiché il signor Pappalardo, seppure separato da sette anni, non aveva ancora divorziato, il matrimonio è stato dichiarato “nullo” e la donna, che ormai riteneva sua moglie a tutti gli effetti, non ha avuto il visto di ingresso in Italia. Ottenuto il divorzio, nell’agosto del 2016, i due si sposano nuovamente e il matrimonio è regolarmente trascritto in Italia, all’ufficio anagrafe e stato civile del comune di Angri, ma il visto d’ingresso è nuovamente negato dall’Ambasciata Italiana.

La motivazione del rifiuto è quella dell’esistenza di un processo penale aperto nei confronti del sig. Gennaro Pappalardo…… per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato per il quale il signor Pappalardo è stato rinviato a giudizio il 14 marzo 2017. La prima udienza dibattimentale è stata fissata per il 22 febbraio 2018. Il signor Gennaro Pappalardo e la signora Patricia Ehiaghe, marito e moglie per lo Stato italiano, sono divisi ormai già da due anni e per poter vivere insieme dovranno attendere la conclusione di un processo dall’incerta durata.

Seppur consapevoli che la giustizia deve legittimamente fare il suo corso e fiduciosi nel positivo esito della vicenda giudiziaria è pur vero che il sig. Pappalardo, per aver commesso solo un peccato d’ingenuità, non può essere trattato alla stregua di un trafficante di esseri umani. Rino, tutte le volte che può, va a trovare Patricia. L’amore per Patricia è un amore sincero e semplice, che ha coinvolto e commosso l’intera comunità angrese, come può rendersi conto anche dagli articoli pubblicati su di un mensile locale che Le allego.

Per questo, signor Presidente, Le chiedo di fare quanto è nelle Sue possibilità per consentire ai due coniugi di poter vivere, finalmente insieme, e al più presto, in Italia”.

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