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Gli studenti vanno al corteo e il preside li punisce: scoppia la polemica

SALERNO. Gli studenti vanno al corteo ma il preside li punisce. È polemica.

Accade a Salerno, dove venerdì scorso si è tenuto il corteo studentesco. A partecipare anche alcuni alunni dell’Istituto “Virtuoso” di Salerno, i quali però sono stati puniti dal loro dirigente scolastico, Gianfranco Casaburi. Il preside infatti ha emanato un provvedimento disciplinare nei confronti degli alunni che hanno scelto di partecipare al corteo.

Il provvedimento consiste nella sospensione con partecipazione obbligatoria alle lezioni. Lo riporta il Partito Rifondazione Comunista di Salerno che, insieme al collettivo “Studenti ribelli“, parlano di un atto “squadrista, anticostituzionali e profondamente diseducativo”.


corteo Salerno


Le polemiche

I comunisti salernitani e gli studenti sono contro il dirigente scolastico e affermano: “Nei fatti mette in discussione uno dei fondamenti della nostra Democrazia: il diritto al dissenso e alla libera manifestazione sancito dalla costituzione e dallo statuto delle studentesse e degli studenti. Questi provvedimenti ci preoccupano e ci riportano al passato, quello degli anni 20 del 900 in cui veniva abolito il diritto allo sciopero e veniva praticata la censura contro chi pensava in maniera diversa dal fascismo”.

Secondo loro i dirigenti scolastici “invece di essere dei manager dovrebbero essere, insieme al Corpo Docente, degli educatori capaci di indirizzare la costruzione di un pensiero critico nei ragazzi. Evidentemente il nostro dirigente/Manager è favorevole ai tagli all’istruzione pubblica praticati e decisi dai governi precedenti e da questo governo”.

Giovani comunisti e studenti si rivolgono direttamente a Casaburi: “Quindi egregio dirigente malgrado il suo atto repressivo e altri che farà nel futuro sarà anche lei sconfitto. Noi invece fieramente e convintamente siamo complici e solidali con gli studenti del Virtuoso che, invece dell’atto repressivo, avrebbero dovuto avere un encomio e dovrebbero essere da esempio per i docenti e per il loro dirigente. Almeno loro atti concreti per migliorare la scuola li hanno fatti e la manifestazione del giorno 12 è una delle prove. Ci sarebbe piaciuto che, invece di cedere agli impulsi repressivi, il dirigente dimostrasse cosa ha fatto di concreto per avere un istituto sicuro e a norma, cosa ha fatto concretamente per evitare i tagli ai bilanci per l’edilizia scolastica e per l’istruzione, cosa ha fatto e proposto per ottenere ed avere un sistema formativo e culturale vero ed efficiente”.

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