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Su De Luca sospetti di brogli per favorire Bonavitacola

SALERNO. Nuovi atti giudiziari inguaiano Vincenzo De Luca, gettando ombre pesanti anche sui suoi più fidati collaboratori di una vita. Le intercettazioni depositate a Salerno nell’ultima inchiesta, quella sulla variante da 8 milioni di euro per i lavori di piazza della Libertà, che vede indagato De Luca per falso in atto pubblico, fanno emergere da oltre 12mila pagine frammenti significativi e pesanti – anche al di là del rilievo penale – sull’ex sindaco di Salerno. Si va dai presunti brogli Pd sulle primarie per il parlamento del 2012 per favorire Fulvio Bonavitacola, fedelissimo di De Luca, ai colloqui tra l’allora sindaco di Salerno, che al tempo era an che viceministro alle infrastruttur, e il prefetto di Salerno dell’epoca, Gerarda Pantalone, con la quale De Luca non fa mistero che non lascerà mai una delle due poltrone, violando la legge.

Questione primarie

Il sospetto è che siano stati preparati “progetti di brogli Pd sulle primarie” per il parlamento del 2012 a Salerno, “per favorire Fulvio Bonavitacola”, allora deputato e oggi numero 2 della Regione Campania. Oltre “250 voti” per lui, e una montagna di monetine “da 2 euro”, fatte uscire apposta da una Sala Bingo. Inoltre, ben 700 schede pronte a essere manomesse nel voto ai gazebo: per gli inquirenti, avveniva con l’assenso di Nello Mastursi, altro fedelissimo di Vincenzo De Luca. E i rapporti tesi col Pd di Roma. “Ma che partito di m…”, è la poetica visione di De Luca, intercettato al telefono col figlio Piero.

Viene intercettato a lungo anche Enrico Esposito, attualmente indagato, che oltre ad essere consigliere Pd a Nocera Inferiore, è amministratore di fatto dell’impresa Esa, società accusata di essere stata favorita dalla variante adottata per piazza della Libertà. Scrivono i finanzieri. “Il 28 dicembre 2012, Enrico Esposito viene informato da Antonio Iannello (a sua volta candidato sindaco Pd dell’epoca, a Nocera, ndr) delle intenzioni di Vincenzo Petrosino di brogliare l’esito delle primarie. Esposito e Iannello concordano che aderire a simili proposte sarebbe stato inopportuno”. Ma l’indomani, il 29 dicembre, è scritto agli atti “Esposito chiama Nello Mastursi, coordinatore provinciale delle operazioni di voto delle primarie e asserendo di ritenersi in grado di assicurare l’attribuzione di 250 preferenze in favore di Fulvio Bonavitacola, lo informa delle illecite intenzioni”. Esposito allora, “constatata una certa apertura di Mastursi alla realizzazione dei brogli, afferma di aver verificato la possibilità di alterare 700 schede”, ma solo se a Bonavitacola andavano 200 delle 700 schede disponibili. A quel punto, “la replica di Mastursi è netta e perentoria: non solo questi approva la proposta di Esposito, ma ordina che venisse garantito, in favore di Bonavitacola, un numero di voti superiore a quelli prospettati”. Al telefono, ecco poi Mastursi che ordina: “Enrico… dici così: ho parlato con Nello, ma dobbiamo far salire a Fulvio. Punto. Non esiste”.

I colloqui col prefetto

Giovedì 2 maggio 2013, è il giorno del festeggiamento: De Luca è viceministro. Il prefetto di Salerno (oggi di Napoli), Pantalone – scrivono nell’informativa le Fiamme Gialle – “chiama De Luca per congratularsi. Il prefetto coglie l’occasione per chiedere a De Luca se fosse sua intenzione dimettersi dalla carica di sindaco di Salerno. Ma De Luca, risoluto e fermo nella sua decisione, rassicura la sua interlocutrice sul mantenimento dell’incarico di sindaco e lascia intendere che il suo primo pensiero è rivolto al completamento delle opere pubbliche salernitane, tra le quali spicca, appunto, quella di Piazza della Libertà”. Ecco le sue parole: “C’è compatibilità, c’è compatibilità tra le due cose… devo chiudere, devo chiudere la piazza, il porto l’aeroporto, la metropolitana, ci chiudiamo almeno un po’ di cose nostre”. Invece la legge obbliga De Luca a scegliere, e Bonavitacola lo sa. Scrivono gli investigatori: “Contrariamente a quanto riferito al prefetto, quello della compatibilità tra le due cariche è sicuramente motivo di apprensione per De Luca.

L’assunto scaturisce dall’analisi di un sms inviatogli dall’onorevole Bonavitacola”. Che scrive: “Ho letto meglio la normativa. Con uno degli ultimi decreti legge di Berlusconi hanno esteso l’incompatibilità (…). Una rottura di “palle” che non ci voleva. Comunque l’incompatibilità

“Un comitato affaristico”. Stando alla valutazione degli 007 della Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, nella città dove regna il sindaco De Luca, opera “un comitato politico-affaristico”. Più precisamente, gli inquirenti scrivono ai pm della Procura di Salerno Antonio Cantarella e Guglielmo Valente, che insiste “un’organizzazione composta da membri appartenenti sia ad ambiti pubblici, sia ad ambiti privati, che agisce sotto una regia politica” e “tende ad orientare i propri interessi verso la gestione uti dominus degli appalti e degli affidamenti per la costruzione delle più importanti opere pubbliche in corso di realizzazione e/o di progettazione nella città”. Uti dominus. Ovvero: come se ne fossero i padroni, come se fosse cosa loro. Al secondo punto i finanzieri annotano come “un ruolo assolutamente centrale nell’ambito di tale comitato sia ricoperto dalla società Ifil (già dichiarata fallita, entrata nelle carte dell’inchiesta madre sul crac del pastificio Amato, ndr) e dal suo amministratore fattuale, Mario Del Mese, con riferimento al quale le indagini hanno evidenziato rapporti di contiguità e di “vicinanza” con il sindaco Vincenzo De Luca e con il figlio di quest’ultimo, Piero”. Rapporti, aggiungono, che si spingono fino all’interessamento pratico ed economico nelle campagne elettorali, per quanto riguarda il sindaco, e fino al pagamento di considerevoli somme di denaro per viaggi con disponibilità “distratte” dalle casse della società Ifil C&D srl per quanto concerne Piero De Luca e la di lui consorte Laura Zanarini”.

La replica di De Luca

«Non ho tempo da perdere dietro le “palle” di alcuni giornali». Questa la reazione di Vincenzo De Luca, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia, a una domanda circa la pubblicazione di alcune intercettazioni relative ad un’inchiesta della Procura di Salerno che configurerebbero tentativi di taroccare le Parlamentarie tenutesi nel 2012 a favore dell’attuale vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che poi fu eletto in Parlamento.

«Non mi occupo di queste cose perché devo lavorare e non posso farmi distrarre. Vedo, però, che c’è un’effervescenza giornalistica basata sulle “palle”. Presto affronteremo anche la questione delle campagne di stampa contro di me valutando se ci sono gli estremi di querele per diffamazione».

Articolo tratto da La Città

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