Cronaca

“Troppo pochi 20 anni per la morte di Natalino Migliaro”. Il pg fa ricorso

BATTIPAGLIA. “Troppo pochi 20 anni per la morte di Natalino Migliaro“. Il pg fa ricorso. La condanna di 20 anni, con il rito abbreviato, per Ionut Alexa accusato di omicidio, rapina e violenza sessuale, non è abbastanza per procuratore generale, Leonida Primicerio. Il romeno, secondo le accuse, uccise Natalino Migliaro per rapinarlo, violentando anche la fidanzata del ragazzo battipagliese.

Il pg ha ha presentato ricorso in Cassazione avverso la sentenza emessa dai giudici della Corte d’Appello, chiedendo un nuovo giudizio di merito proprio sull’esclusione delle aggravanti che i giudici di secondo grado hanno concesso all’imputato.

“Troppo pochi 20 anni per la morte di Natalino Migliaro”. Il pg fa ricorso

Lo scorso maggio, quando è stata letta la sentenza, erano state escluse le aggravanti, riducendo la pena dall’ergastolo (inflittto in primo grado) a 20 anni di reclusione. Ed è proprio sull’esclusione delle aggravanti (nesso teleologico e continuazione, l’aggravante cioè per aver commesso un reato per eseguirne un altro) che il pg Primicerio definisce “erronea”, che si fonda l’appello in Cassazione.

Anche perché non sufficientemente motivata oltre che contraddittoria. Il sostituto procuratore generale Antonella Giannelli, in requisitoria, aveva chiesto per l’imputato 30 anni di reclusione, diversamente dalle aggravanti che sono state escluse in quanto, a parere dei giudici di appello, non sarebbe stata raggiunta la prova che l’uccisione del Migliaro sia stata realizzata per consumare la rapina a danno della vittima oltre che la violenza sessuale nei confronti della fidanzata

I motivi del ricorso

Invece, per il Pg che è ricorso in Cassazione, non è così e nei motivi di appello spiega come “nella grave vicenda delittuosa risulta in maniera oggettiva ed inequivocabile il rapporto di strumentalità tra la violenta e brutale aggressione al Migliaro e la successiva richiesta su dove fossero i soldi nonché l’ulteriore sottrazione della borsa della fidanzata e dei telefoni cellulari delle due vittime” .

E ancora continua l’appello “la vicenda in esame, per come fattualmente verificatasi, evidenza appieno la natura strumentale dell’aggressione al Migliaro se considerata insieme alle circostanze di tempo e luogo in cui essa si è verificata rispetto alla successiva rapina commessa, finalità principale dell’azione criminosa come dimostrato dalla sottrazione della borsa della ragazza oltre che ai telefonini”.



Secondo il Pg, il fondamento della circostanza aggravante comune del nesso teleologico va ravvisato “nella maggiore pericolosità di colui il quale – pur di attuare il suo intento criminoso – non arretra di fronte alla necessaria od eventuale commissione del reato mezzo per cui presupposto indispensabile ed unico della circostanza è la consapevolezza, da parte del colpevole, della pluralità delle risoluzioni criminose e della loro coordinazione finalistica”.

Le accuse

Ad incastrare il romeno accusato di omicidio c’è anche la compatibilità tra il liquido biologico repertato sulla scena dell’aggressione e sui vestiti della ragazza stuprata e il profilo genetico estrapolato da Ionut Alexa in seguito ad un blitz antiprostituzione che portò al controllo di una serie di stranieri.

L’aggressione letale a Natalino Migliaro avvenne la sera del 4 ottobre 2014 in via Idrovora a Battipaglia, luogo in cui il la coppia di fidanzata si era appartata quando venne assalita da due uomini incappucciati: in seguito alla feroce aggressione, il ragazzo morì dopo due mesi trascorsi tra ospedale e centro di riabilitazione.

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