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Truffa sui contributi, la replica di Julie Italia

In seguito alla notizia su una presunta truffa sui contributi percepiti indebitamente da tre emittenti televisive della Campania, Julie Italia replica attraverso un comunicato stampa: “A seguito del comunicato diffuso dalla Procura della Repubblica di Napoli pochi minuti fa l’emittente Julie Italia, raggiunta dal provvedimento di sequestro preventivo disposto dal gip Marina Cimma riguardante la pregressa percezione delle provvidenze Corecom e la regolarità contributiva di alcuni praticanti, dichiara quanto segue: ad un primo esame del provvedimento notificato stamattina i legali della Julie riscontrano che i rilievi mossi oggi dalla Procura sono gli stessi che erano stati avanzati nel 2013 dalla Procura presso la Corte dei Conti, sempre in relazione alle medesime persone e alle medesime ipotesi. Tutte contestazioni risultate poi totalmente infondate nel provvedimento del giudice della Corte dei Conti Nicola Ruggiero il quale, nella sentenza del 1 luglio 2013, accerta la completa mancanza del ‘fumus’ a carico delle emittenti Julie Italia e Soprodimec.
In particolare nel provvedimento il giudice Ruggiero «revoca il decreto presidenziale in data 26 febbraio 2013 di autorizzazione del sequestro conservativo» e ordina «al competente conservatore dei registri immobiliari di provvedere alla cancellazione della trascrizione del sequestro», «nonché il dissequestro di tutte le somme riferibili a Julie Italia e Soprodimec, che era stato notificato alle banche ».
Proprio in relazione alle stesse contestazioni dell’odierna ordinanza, riguardanti la presunta, incompleta regolarità contributiva di alcuni praticanti giornalisti, il giudice Ruggiero scriveva: «la cronologia e successione degli atti richiamati fa risaltare come la società Soprodimec, lungi dal perseguire finalità di inganno nei confronti degli organi preposti all’erogazione del contributo, abbia, in virtù delle conciliazioni intervenute e dei pagamenti effettuati a favore dell’Inpgi, fatto legittimo affidamento sulla effettiva esistenza di rapporti di praticantato e sulla regolarità contributiva degli stessi». Il giudice Ruggiero specificava poi che «tutto ciò non lascia configurare il contestato profilo di dolo o colpa grave nel rilascio delle autocertificazioni prodotte sul punto dalle società».
Alla luce di tutto questo Julie Italia, nel prendere atto del provvedimento di questa mattina, con pieno rispetto dell’operato della magistratura, annuncia che sono state già intraprese le azioni legali finalizzate a dimostrare, come avvenuto dinanzi alla Corte dei Conti nel 2013, che nessuna truffa è mai avvenuta, e ribadisce l’assoluta correttezza del suo operato. In ogni caso la società ha già messo a disposizione dell’autorità inquirente circa 4 milioni di euro.
L’auspicio è che l’accertamento avvenga in tempi rapidi, anche per non compromettere le sorti dei lavoratori e dell’indotto, in un periodo già così duro di crisi economica, specialmente a Napoli.
Infine l’emittente annuncia che continuerà la sua linea editoriale di pieno appoggio agli inquirenti, impegnati nei difficili fronti della criminalità organizzata e della corruzione, nonostante l’allarme già lanciato nei giorni scorsi per i tentativi di intimidazione ricevuti”.

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