Cronaca

Diritto allo studio: studenti Unisa chiedono maggiori garanzie, l’istruzione non è un lusso

Le studentesse e gli studenti di Unisa chiedono garanzie per il diritto allo studio. "Abbiamo il bisogno di servizi garantiti"

Le studentesse e gli studenti di Unisa chiedono garanzie per il diritto allo studio. “Abbiamo il bisogno di servizi garantiti per tutelare le fasce di studenti per cui l’istruzione è un lusso”.

Unisa, gli studenti chiedono garanzie per il diritto allo studio

“Riconosciamo le difficoltà emerse negli ultimi mesi, tanto nella fase della gestione dell’emergenza sanitaria quanto nella predisposizione di ogni attività e servizio in completa sicurezza” – dicono gli studenti e le studentesse – “Crediamo che la pandemia non debba, però, essere utilizzata come espediente per giustificare mancanze e disagi avvertiti già negli anni con una certa costanza. Il diritto allo studio, per tutte e tutti noi, resta l’unico appiglio sul quale provare a costruire un futuro migliore e più giusto.”

Il momento di forte crisi sociale ed economica ha investito, inevitabilmente, anche il mondo dell’istruzione universitaria, reo di non essere riuscito negli anni a costruire gli anticorpi necessari ad abbattere le forme di disuguaglianza che ancora ostacolano i nostri percorsi di formazione producendo malessere e stress.

Alla Regione Campania, all’Azienda regionale per il diritto allo studio, all’Università degli Studi di Salerno, la componente chiede delle risposte concrete, trasparenza nelle comunicazioni e soprattutto un confronto.

“Negli anni le occasioni per un confronto sono diventate sempre meno e spesso la nostra componente ha dovuto sorbire decisioni dall’alto senza riuscire ad esprimere le proprie sensazioni. I bisogni della nostra comunità restano, però, i punti da cui partire per immaginare l’Università del futuro.”

Negli ultimi mesi l’associazione studentesca Link Fisciano insieme agli studenti e alle studentesse in attesa di posto alloggio ha costruito diversi momenti di confronto; condividendo opinioni, impressioni portando avanti delle azioni come il presidio e il mail-bombing destinato a quelli che sono i responsabili del funzionamento degli ingranaggi istituzionali che dovrebbero tutelare i borsisti, pendolari, assegnatari, idonei non beneficiari, fuori-sede in attesa di alloggio e a tutti gli studenti.

Non tutto si conquista attraverso il sacrificio individuale, per riuscire davvero a segnare il nostro tempo, c’è bisogno di ripensare al ruolo sociale dell’Università e rigenerare le misure previste per il diritto allo studio in regione sulla base del bisogno che emerge dalla collettività.

Borsa di studio

Chiediamo per le residenze di Fisciano, Penta e Baronissi che la graduatoria per l’assegnazione della Borsa di Studio sia resa pubblica: due anni non è possibile visionarla interamente apparentemente la motivazione sarebbe la normativa vigente sulla privacy.

Trattandosi però a tutti gli effetti di un concorso pubblico, e rapportandoci comunque in un contesto comunitario e di condivisione, non vediamo come la pubblicazione della graduatoria possa ledere la privacy di qualcuno di noi.

Assistenza

Che sia attivato dall’Adisurc almeno un numero per l’assistenza telefonica vista l’impossibilità dei ricevimenti in presenza e che le risposte via mail agli indirizzi residenzecra2@adisurc.it e borsecra2@adisurc.it non siano più contradditorie o insufficienti a risolvere le problematiche della nostra componente.

Gli alloggi

Una convocazione chiara per l’assegnazione degli alloggi a tutte le studentesse e gli studenti risultati idonei alla Borsa di Studio: è importante garantire a tutte e tutti i richiedenti che hanno manifestato interesse via mail e a chi è ancora in attesa di ottenere il posto alloggio e non prolungare il ritardo nell’assegnazione considerato anche l’alto tasso di idonei non beneficiari di borsa in Regione. Non tutte e tutti noi siamo nelle condizioni di poter studiare a casa, la residenza è necessaria per garantire il diritto allo studio.

Che l’Adisurc accetti il mantenimento dello status da fuorisede anche presentando un contratto di locazione presso privati e rifiutando di conseguenza l’alloggio. Problema che, per altro, abbiamo riscontrato anche lo scorso anno. Non si può relegare lo status di uno studente all’accettazione dell’alloggio; siamo fuorisede anche scegliendo un domicilio diverso dalle residenze, tra l’altro, è anche una difficoltà aggiuntiva per chi aveva già un contratto e non ha potuto far nulla se non accettare lo status di pendolare pur vivendo fuori sede.

Che non sia applicata alcuna retroattività al contratto: dovrà avere validità dal momento in cui viene firmato e, considerato il ritardo nelle assegnazioni, non sarà concepibile un pagamento a partire dal mese di ottobre, né tanto meno si potrà utilizzare questa motivazione come espediente per non garantire i 10 mesi che certificano lo status di fuori sede. Che siano rimborsati mensa e fitto da marzo 2020 per chi non ha usufruito dei servizi a causa dell’emergenza sanitaria. Che siano restituiti affitti e cauzioni 2018/2019 non ancora avvenuti.

“Chiediamo, quindi agli interlocutori sopramenzionati di prodigarsi al fine di risolvere queste criticità e di accettare un incontro tramite piattaforma online con una delegazione di studentesse e studenti per confrontarsi sui temi del diritto allo studio”.

 

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