Inchiesta

Unisa, studenti denunciano: «il consiglio didattico ci ha vietato di cambiare il piano di studi»

UNIVERSITÀ. Provano a cambiare il piano di studi, ma il consiglio didattico non glielo consente. È quanto denunciano diversi studenti del corso di Laurea Magistrale di Filologia Moderna. In particolare, i corsisti lamenterebbero un presunto atteggiamento ostile da parte della docente Charmaine Lee, presidente del consiglio didattico di lettere, che avrebbe aggredito verbalmente una studentessa intenta a rivendicare un proprio diritto.

«Nel nostro percorso di studio triennale abbiamo sostenuto un esame di Letteratura Latina obbligatorio, conseguendo ben 12 Cfu (crediti con i quali possiamo già accedere a delle classi di concorso per l’insegnamento). Ora, siamo al secondo anno del nostro percorso di studio magistrale e abbiamo deciso di aggiungere un ulteriore esame di latino, Didattica del latino, dal peso di 6 Cfu, preso dal nostro corso di laurea. Il problema e di conseguenza l’attrito nasce dalla nostra scelta di inserire un ulteriore esame di latino preso da altra facoltà, permessa dal piano di studi che riporta, per un peso di 9 cfu, la voce “A scelta dello studente”. Una volta rigettata la nostra proposta – spiega la studentessa – di piano dalla professoressa Charmaine Lee, presidente del consiglio didattico di lettere, abbiamo provato ad inserire la stessa attività come sovrannumeraria. Ci è stato risposto “se volete mettetelo come corso singolo e pagatelo voi“. Tuttavia, i crediti complessivi necessari per insegnare Latino sono 24 (che ad alcuni di noi non interessa avere). Credendo opportuno ampliare le nostre conoscenze e avendo a disposizione una nutrita schiera di esami di lingua latina (anche da altri percorsi di studio), abbiamo ritenuto di scegliere un ulteriore esame di latino, particolarmente apprezzato per il suo carattere innovativo, originale e dai metodi di insegnamento per noi inediti. Rivendichiamo il nostro diritto di scelta».

Stando a quanto raccontano gli studenti di Filologia, sembrerebbe sentimento comune che il corso di Tradizione e Ricezione dei Testi Letterari Latini, non sarebbe particolarmente apprezzato e proprio per tale motivo, che durante gli ultimi anni ha fatto riscontrare una diserzione da parte dei corsisti – i quali hanno preferito altri esami -, che pare sia stata studiata una delibera “ad hoc” per evitare questo fenomeno: i crediti necessari per insegnare Latino sono passati da 12 a 24, nonostante secondo il Ministero come base per l’insegnamento ne basterebbero 12. «Una manovra incostituzionale e scorretta» precisa la studentessa.

Gli stessi corsisti, hanno tentato di presentare una richiesta al Consiglio Didattico mettendo in luce questo disagio, e rivendicando il loro diritto di scelta. Il Consiglio, però, ha sbarrato la strada. Dal 12 ottobre, data della seduta del Consiglio, ad oggi, gli studenti non hanno ancora potuto accedere al verbale. Non è stato ancora reso pubblico nulla, come riferito dalla rappresentante degli studenti di Lettere. Una situazione che, ancora una volta, penalizza gli studenti limitando i loro legittimi diritti.

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