Cronaca

Università di Salerno, tagli agli atenei: i ricercatori boicottano

SALERNO. Dopo il blocco della didattica e delle sedute d’esame nel 2010, gli scioperi al fianco dei movimenti studenteschi nel 2011 e il rinvio degli anni accademici nel 2012, i ricercatori sono ormai stanchi d’esser presi per i fondelli e ci vanno giù duri sul governo e sulle sue politiche atte a tagliare i finanziamenti pubblici alle università.

I dati non pervenuti all’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario, nata dal web grazie a tutti i ricercatori dei più svariati atenei italiani) per il programma di valutazione del 2011-14 ha causato un vero e proprio risentimento che ha avuto come sua massima espressione il sabotaggio del Vqr (il programma nazionale per la Valutazione di Qualità e Ricerca).

È stata questa una netta protesta percepita con afflato dall’università salernitana, partecipando in grossa percentuale e in concomitanza con tutto al resto delle adozioni italiane.

Sono 95 i ricercatori e studenti nella specifica di Salerno e dintorni appartenenti alle fasce più diversificate del settore che si son rifiutati di presentare i loro prodotti di ricerca al Vqr e Diego Barletta del DINN (Dipartimento di Ingegneria Industriale) non ha potuto procedere alla valutazione, in quanto gli elementi di cui era sprovvisto erano indispensabili per il raggiungimento della soglia di valutazione.

E se non sono mancate le adesioni al “NO” c’è anche qualcuno che parla di protesta strumentale e ha paura dell’effetto boomerang che essa possa avere, prevedendo una vanificazione del tentativo e un totale allontanamento dall’obiettivo che i ricercatori si aspettano di raggiungere.

I ricercatori, invece, non si risparmiano nel esternare il loro grido di lotta e le dichiarazioni dei tanti la dicono lunga sull’inespugnabilità delle loro idee:

«la protesta è stata messa in piedi in primo luogo per rivendicare gli scatti stipendiali non avvenuti dal 2010, chi tiene davvero alla ricerca non ha aderito anche per motivi professionali ed etici, perché è questo il modo per portare avanti una rivendicazione di carattere sindacale, mettere in risalto le divisioni interne alla protesta fornirebbe solo un assist al Ministero e al Governo, i quali stanno innegabilmente continuando a tagliare finanziamenti alle università, indebolendo sempre più ricerca e sviluppo».

Le parole sembrano rievocare una lotta di classe moderna, dove sul palcoscenico c’è la solita classe dirigenziale del nostro paese che, invece di sostenere e fare ciò per cui è nata, continua ad uccidere lentamente uno degli organi più importanti della nostra società contemporanea.

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