Economia

Dagli Usa stop alle speculazioni su petrolio e oro

L’obiettivo è essenzialmente di contenere il più possibile l’esposizione degli hedge funds su ben 25 materie prime

La notizia era particolarmente attesa nel corso delle ultime ore e, in effetti, è arrivata. Stiamo parlando della decisione presa da parte della Commodity Futures Trading Commission, di applicare dei tetti alle posizioni dei fondi. L’obiettivo, con queste nuove regole che sono state introdotte, è essenzialmente quello di contenere il più possibile l’esposizione degli hedge funds su ben 25 materie prime. Si tratta di una decisione che non fa altro che applicare un compito che, in realtà, gravava sulle spalle della Cftc già un decennio fa dopo l’entrata in vigore della legge Dodd-Frank.

Fine alle polemiche? È ancora presto per dirlo

Un decennio di discussioni, di polemiche praticamente senza fine e di scontri che non hanno riguardato solamente l’ambito politico, ma sono sconfinati spesso e volentieri pure nelle aule di tribunali. Tutto questo per poter approvare l’introduzione di una serie di regole certe e precise che possano bloccare la speculazione sulle materie prime.

Ebbene, dopo tanto tempo, pare che finalmente si possa intravedere la luce in fondo al tunnel ed è una notizia molto interessante e da valutare con estrema attenzione e prudenza anche per chi è solito fare trading sul prezzo del petrolio sulle più efficaci piattaforme di investimento online.

La decisione della Commodity Futures Trading Commission

La Cftc, che va da controllore sui mercati dei derivati negli Stati Uniti, ha finalmente dato l’ok per un altro testo, siamo giunti ormai alla quinta versione, che va a porre un argine rispetto all’esposizione degli operatori finanziari in riferimento a ben 25 materie prime. La vera novità è che non si fa riferimento solo ed esclusivamente a dei prodotti agricoli, su cui tra l’altro era già stata introdotta una serie di limitazioni, ma per la prima volta vengono considerati anche combustibili e metalli, comprendendo quindi in questa decisione anche petrolio e oro, che in estate è arrivato a toccare record storici, assestandosi anche a 2060 dollari l’oncia.

C’è soddisfazione da parte di Heath Tarbert, ovvero il presidente della Commodity Futures Trading Commission, con le varie norme che entreranno in vigore non prima di rispettare una fase di commento che durerà due mesi. Dando uno sguardo a quello che è successo negli anni passati, il proverbio “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, vale perfettamente in questo caso, dato che si potrà giungere a un giudizio finale, solo se il provvedimento entrerà finalmente in vigore.

Novità? Alcune sono un po’ anacronistiche

Nel 2012, infatti, lo stesso iter si scontrò con la pronuncia di un Tribunale, che era stato interpellato da parte di due associazioni che si occupavano di hedge funds. Una materia che, però, ha sempre provocato una serie di contrasti, anche particolarmente accesi, mettendo di fronte due categorie. Da un lato, tutti quei soggetti che sfruttano i futures per garantirsi una maggiore protezione rispetto ai pericoli commerciali, e dall’altro, gli altri soggetti che operano solo con obiettivi speculativi. E, tra l’altro, sono proprio questi ultimi a rivestire un ruolo molto importante, dal momento che riescono a garantire sempre un certo livello di liquidità al mercato, così come alle diverse operazioni di hedging.

Alcuni interventi che rientrano in questa novità legislativa sono, quantomeno parzialmente, un po’ fuori luogo per i tempi in cui viviamo. Nel testo che è stato da poco approvato, giusto per fare un esempio, la Commodity Futures Trading Commission pare che non abbia tenuto conto in alcun modo dello shock per la caduta libera sotto zero del Wti, che si è verificata durante lo scorso mese di aprile. Un evento particolarmente strano su cui la medesima Cfct ha avviato delle indagini ed è strano notare come non sembra proprio essere stata considerata all’interno del nuovo testo.

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