Cronaca

La Vespa orientalis arriva anche in provincia di Salerno: boom di avvistamenti nell’Agro nocerino-sarnese

Vespa orientalis in provincia di Salerno: molte segnalazioni a Nocera. La vespa orientale si riconosce per la tinta intensamente rossiccia

Arriva anche in provincia di Salerno la vespa orientalis, particolarmente diffusa a Roma. Numerose segnalazioni, infatti, giungono da Nocera Inferiore e dall’Agro nocerino-sarnese in generale dove si contano molti avvistamenti di questo insetto.


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Vespa orientalis in provincia di Salerno: boom di casi nell’Agro

La vespa orientale è un vespide simile al calabrone europeo (Vespa crabro). Non deve essere confusa con la Vespa mandarinia, originaria dell’est asiatico e di dimensioni maggiori. La specie è diffusa nel sud est europeo (compresa l’Italia meridionale), nel Medio Oriente e in Madagascar.

Il suo areale in Italia è in espansione verso nord: risulta insediata a partire dal 2020 nelle città di Grosseto e di Trieste e risulta segnalata a Genova nella zona del porto, nel luglio 2022 è stata segnalata a Roma, in cui si è riprodotta in maniera insistente, soprattutto nelle zone centrali, è inoltre attirata dai rifiuti. Il 15 agosto 2022 viene segnalato un esemplare a Livorno, e il 31 agosto viene rimosso un grande nido in costruzione nella Villa Fabbricotti.



Vespa orientalis costruisce il nido similmente al calabrone, vale a dire nelle cavità arboree ed in case abbandonate, ma talvolta potrebbe nidificare anche nel terreno. Alcuni ricercatori hanno scoperto che nelle bande gialle dell’addome di questa vespa, è presente un pigmento chiamato xantopterina che ha la capacità di assorbire l’energia solare e rendere attive le vespe, che difatti preferiscono lavorare in pomeriggio inoltrato, al contrario di molte altre specie di calabroni che preferiscono lavorare con il fresco del mattino o prima di sera, per evitare l’eccessivo calore.

In autunno questa vespa compie degli attacchi massivi agli alveari di Apis mellifera sicula (dove questa specie è presente, come ad esempio nell’isola di Cipro), che non possono ucciderle pungendole, poiché il loro tegumento ha una cuticola tanto dura da essere inviolabile ai loro pungiglioni: pertanto le api le appallottolano soffocandole. È stato dimostrato che il limite termico di sopravvivenza è 50,6 ± 0,6 °C per la vespa orientalis, mentre per le api mellifere 50,5 ± 0,1 °C, pertanto non è la temperatura, che in fase di appallottolamento uccide la orientale, bensì lo schiacciamento addominale che ne impedisce la regolare respirazione, con un crollo di umidità ed un picco di anidride carbonica.

Come riconoscere una vespa orientalis

La vespa orientale si riconosce per la tinta intensamente rossiccia quasi uniforme, spezzata soltanto dal colore giallo presente in una larga banda nell’addome, ed in una macchia sulla testa.


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Il parere dell’esperto

“Non c’è un allarme Vespa orientalis” e, ad ogni modo, “il rischio che può essere legato alla presenza di calabroni (alieni e non) con il mese di ottobre finirà. Perché ad un certo punto i nidi deperiscono, la colonia si dissolve e fino all’anno successivo quando ricomincerà il ciclo riproduttivo e poi di costruzione del nido questi problemi non ci saranno più”. Così Andrea Monaco, zoologo Ispra, fa il punto con l’Adnkronos sulla presenza dell’insetto in Italia.

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