Cronaca

Vivono in un container: il Comune non gli riconosce l’alloggio popolare

CAVA DE’ TIRRENI. Angelo Della Valle e la sua famiglia vivono in un container ma è in atto un contenzioso con il Comune di Cava de’ Tirreni che non gli riconosce l’alloggio popolare.

Niente alloggio popolare per il contenzioso con il Comune: la storia di Angelo e della sua famiglia in un container

«E’ rimasta una sola famiglia nel campo containers di pregiato che non ha diritto a stare li». Parole del dirigente comunale Antonino Attanasio durante l’ultimo Consiglio comunale in merito alla famiglia Della Valle, con la quale il Comune ha aperto un contenzioso in quanto per i signori Della Valle il diritto ad una casa ce l’hanno; intanto nelle prossime ore dovrebbe arrivare loro lo sfratto esecutivo già datato per il 24 gennaio. I signori Della Valle, Angelo invalido al 64 per cento, la sua convivente ed i tre figli vivono nel prefabbricato 141 dal 1999. «Qui è un contesto disumano, è una discarica – dice Angelo – l’ingegnere Attanasio dice che non abbiamo diritto all’alloggio, ma non è vero, noi risiediamo qui prima del 6 luglio 2004, non dal 2008 come dicono loro. Forse ce l’hanno con me perché bloccai gli operai di una ditta di Mantova che erano venuti qui per smontare l’amianto, ma non potevo lasciarglielo fare, all’epoca c’erano ancora 28 famiglie con 13 bambini e 5 persone affette da tumore. La ditta richiese i danni al Comune, e da allora la mia famiglia non ha più pace».

«Da qui i terremotati sono andati via subito – continua Angelo – il resto erano tutti abusivi. Nel 2010 mi chiamarono anche dal Comune per scegliere l’alloggio, il giorno dopo mi volevano sfrattare, la stessa cosa è successa nel 2013 quando il giorno successivo alla scelta dell’alloggio mi dissero che la casa non mi spettava più, poi ci fu un furto di documenti al Comune e da allora non ho saputo più niente». La famiglia, che già una volta si è legata all’ingresso di Palazzo di città ha avuto un colloquio anche con il sindaco Enzo Servalli: «Mi avevano detto che era una persona di cuore, ma quando ci ho parlato sembrava che gli avessero fatto il lavaggio del cervello, diceva le stesse cose dell’ingegnere Attanasio, che la casa noi l’avevamo”

Noi non abbiamo mai avuto l’appartamento, è l’ingegnere Attanasio a dire che  la mia compagna vive in casa con la madre, ma non è vero. Mia suocera vive il 75 metri quadri con 3 figli e lui vorrebbe che se ne aggiungessero altre 5? Ma poi la mia compagna e la madre hanno fatto richiesta seperata di appartamento, è una storia che non sta in piedi. E poi nella graduatoria del 2013 mia moglie è risultata prima, quindi con diritto ad avere una casa. Non capisco perché tutta questa cattiveria nei miei confronti e della mia famiglia, cosa vogliono da me e dai miei figli?». Adesso la vicenda è finita in tribunale dove pare che la famiglia Della Valle abbia chiesto anche la motivazione ad un vigile urbano del perché ha cambiato versione rispetto al verbale di accertamento di domicilio protocollato dopo dodici anni. Insomma una triste vicenda dove a pagare più di tutti sono i figli della coppia costretti a vivere in un container, contesto totalmente degradato e privo di igiene, dove nemmeno un’ambulanza può arrivare.


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