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Battipaglia, verso il voto – Comizi di chiusura: le dichiarazioni dei candidati

BATTIPAGLIA. Come di consueto, si sono svolti i comizi di chiusura della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative che si terranno il 5 giugno, in 42 comuni della provincia di Salerno. Gli aspiranti sindaci hanno tenuto i loro comizi sui palchi di piazza Amendola e piazza della Repubblica. Hanno disertato il palco, Enrico Lanaro – che ha chiuso ieri la sua campagna elettorale – e Riccardo Maria Cersosimo che ha lasciato il palco vuoto. Il veterinario, però, ha tenuto un incontro presso la sua sede elettorale con i Giovani Dem

Tra gli altri, c’erano il segretario cittadino Gd Vincenzo Cuciniello ed il provinciale Federica Fortino. Cuciniello e Fortino hanno ricordato gli equivoci legati alla presenza dell’ex segretario Gd, Alessio Cairone, al fianco di Motta: «noi votiamo Lanaro, chi sceglie diversamente ne subirà le conseguenze politiche». «Proprio da alcuni giovani sono stato convinto a candidarmi a sindaco – ha concluso Lanaro – a loro ho chiesto idee e progetti per il futuro di Battipaglia».

Guglielmo Marchetta ha parlato in piazza Amendola, alle ore 19.30. «Dobbiamo partire dalle cose più elementari, dalla sicurezza, dal decoro urbano – ha detto – dobbiamo rendere la città vivibile. Non vogliamo aumentare le tasse, quelle che paghiamo sono già alte. Programmeremo interventi per il risanamento del bilancio, ma avremo anche un occhio per le famiglie bisognose, che sono circa 400. Dobbiamo pensare alle nostre famiglie, dopo agli extracomunitari. Propongo di devolvere il 5 per mille al Comune per creare un fondo utile alle associazioni».

Alle ore 20.15, è stato il turno Vincenzo Inverso, sempre in piazza Amendola. «Battipaglia è una città onestà – ha detto – siamo consapevoli e convinti che bisogna cambiare davvero. Abbiamo abolito il programma elettorale per mettere in campo cinque idee per cinque anni. Progetti realizzabili sull’ambiente, la depurazione, la sicurezza, l’ex tabacchificio, dopo un commissariamento che ci ha mortificato. Non votate l’amico o il parente, votate per competenze. Ci sono amici che volevano cambiare ed oggi votano l’amico dell’amico».

Ugo Tozzi ha parlato alle ore 20.45 in piazza della Repubblica: «è stata una bellissima campagna elettorale. Non abbiamo attaccato nessuno, dando un esempio al ministro Bindi, di come si portano avanti le campagne elettorali in un paese da le definito “città della camorra”. A proposito, voglio salutare tutti gli impresentabili, anche se non li conosco personalmente. Sono errori fatti 15-20 anni fa e anche dimenticati» Tozzi ha parlato, come anticipato, del progetto di riqualificazione dell’ex tabacchificio: «un progetto importante, per una struttura fatiscente. Ci sono i fondi, quelli europei, ma soprattutto ci sono le idee. Dobbiamo abbattere i capannoni, per quella che diventerà la cittadella della cultura con aule multimediali ed uno spazio per il teatro. Inoltre ci saranno spazi verdi ed un polo eno-gastronomico. È il progetto di punta della nostra amministrazione».

In piazza Amendola, alle ore 21, ha parlato Gerardo Motta che non ha risparmiato alcuni attacchi: «c’è gente che ha il coraggio di salire sui palchi dopo aver vissuto di politica. Dobbiamo portare a termine il lavoro che abbiamo fatto finora. Siamo ovunque, stavolta la macchina del fango non ha funzionato. Qui c’è chi vuole fare ancora affari con la città, sono falliti, basta guardarli. Sono miserabili. La gente ha bisogno di una guida certa, capace di programmare. Altro che sondaggi che stanno mettendo in giro, li stiamo aspettando. La nostra squadra di governo sarà composta da assessori con grandi curriculum, non da amici, con quelli andiamo a mangiare la pizza. Le risposte alle critiche, alle diffamazioni e alle accuse le daremo dopo. Sono mesi che sopporto le angherie, ci hanno provato in tutti i modi a provocarmi ma non ci sono riusciti».

In piazza della Repubblica (ore 21.15) Pietro Ciotti ha detto che «abbiamo la forza della normalità, della determinazione, di un progetto. Non abbiamo potentati politici che ci proteggono, abbiamo solo le nostre idee e la nostra tenacia. Questa città deve ritrovare una sua identità, una guida che porti ovunque le ragioni di esserci e sia capace di presidiare il territorio. Rappresentando chi ama Battipaglia. Lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche è stato devastante e l’attenzione dell’Antimafia è l’ennesima riprova. L’invito che estendiamo alla Bindi è di distinguere, però, gli incandidabili dal resto per ristabilire il giusto. Perché Battipaglia non è città di Camorra».

Ha chiuso la serata dei comizi Cecilia Francese, alle ore 21.45, in piazza Amendola. «Questa città è stata distrutta – ha dichiarato – il tessuto sociale è stato lacerato, facendo venire meno il senso dell’appartenenza. Le scorse amministrazioni ci hanno portato fino al marchio di città della camorra. Dobbiamo ripartire da queste macerie perché sappiamo che questa comunità non si è mai arresa. Serve una rottura netta col passato. Lo sento nell’aria che facciamo paura. Questa coalizione può aprire nuovi orizzonti per la città. Il 2016 sarà una data storica per questa città. Sarà la fine della vecchia politica».

ECCO LE FOTO DEI COMIZI

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