Politica

Elezioni Battipaglia: minacce, pacchetti di voti in vendita e finti sondaggi/L'ANALISI

BATTIPAGLIA. Pacchetti di voti, presunte minacce, cittadini che aspirano così tanto alla candidatura al consiglio comunale da essersi “promessi” già a tre o quattro candidati a sindaco, simboli che nascono, si nascondono, muoiono ed improvvisamente risorgono con altre persone.

In questo panorama, Battipaglia si prepara alle elezioni amministrative del prossimo 5 giugno.

Una data segnata in rosso sul calendario, che riporterà la politica a Palazzo di Città a distanza di tre anni dalla scure giudiziaria che con ferocia gettò a terra l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Santomauro.

Un triennio che ha visto avvicendarsi un commissario prefettizio (Mario Rosario Ruffo) e, dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, tre commissari straordinari (Gerlando Iorio, Carlo Picone, Ada Ferrara).

Un triennio che è servito a molti politici esperti per costituire liste civiche utili a “nascondere” un passato politico da cui ripulirsi o magari a proporre dei volti nuovi sul parterre politico dietro cui celare reali protagonisti.

Un triennio di riflessioni, aspirazioni, strategie per riportare sull’agone politico quegli stessi sofisti che avevano vissuto da protagonisti, in maggioranza o all’opposizione, il modello di democrazia proposto dalle passate amministrazioni.

Oggi, molti di quei personaggi si ripropongono in nuove coalizioni, con liste civiche, abiti di primo pelo utili a nascondere i lividi che certe esperienze politiche inevitabilmente lasciano sul corpo e nell’anima. Tutti politici onesti con oneste aspirazioni, che in questo gioco di scambismo politico – manco si parlasse di Rocco Siffredi o Milly D’Abbraccio – tentano quasi di nascondere un passato comunque recente.

Perché nasconderlo? Una domanda che finora non ha ricevuto risposta. Semmai occorre andare orgogliosi di un presente battipagliese, di certo frutto di strategie ben precise partorite anche dalla politica locale, che vede una città demolita dal punto di vista economico, annichilita imprenditorialmente, inginocchiata di fronte alla crescita commerciale di comuni limitrofi (e non parliamo di Salerno…), avvilita da tasse altissime che devono coprire debiti di decine di milioni di euro? Occorre congratularci ammirando una città stilisticamente sdentata e, senza usare troppa retorica, oggettivamente imbruttita rispetto ad anni fa?

Ma gli interessi, gli stessi che esistono a Battipaglia – come in ogni altra città – e che nessuno scioglimento per infiltrazioni potrà realmente eliminare, oggi fanno forse riferimento ad altri personaggi su cui puntare per una corretta gestione della “res publica”. Un gioco di strategia politica che consiste nel mettere sulla scacchiera i giusti pezzi, muovendo prima i pedoni, poi alfieri e cavalli, per poi sferrare l’attacco decisivo e fare scacco matto.

Magari gettando il solito fumo negli occhi dei cittadini. Una nube fatta di posti di lavoro che improvvisamente, a poche settimane dalle elezioni, spuntano in tante aziende battipagliesi. Giusto in tempo per ringraziare chi, con tanta passione per la propria terra, ha caldamente consigliato un operaio generico ad un negozio d’abbigliamento o un barista ad un’azienda di trasporti. Una nube che ha il sapore delle promesse: di posti di lavoro, di riduzione delle tasse, di agricoltura sostenibile e strade finalmente percorribili. Una nube che dopo il 5 giugno – o dopo l’eventuale ballottaggio – potrebbe diradarsi per mostrare sempre la solita città di Battipaglia. Una città di contraddizioni, interessi più o meno leciti, problematiche sociali irrisolte e di questioni che meriterebbero attenzioni maggiori, non solo in campagna elettorale.

Ma la città di Battipaglia fa gola a tanti. Non foss’altro per l’approvazione di un piano urbanistico che inevitabilmente avvantaggerà qualcuno piuttosto che qualche altro. Inutile nascondersi: essere il protagonista delle future strategie urbanistiche di una città ha i suoi vantaggi, in particolare sulla fascia costiera e nel rione Aversana, dove si registra un certo interesse per la futura campagna elettorale da parte di imprenditori, associazioni e singoli cittadini.

Il clima in cui si andrà al voto non è avvelenato. Di più. Se il candidato sindaco Cecilia Francese parla di minacce a candidati ed il commissario cittadino di Fratelli d’Italia Michele Gioia afferma che qualche personaggio battipagliese prova a strappare nomi dalle liste degli avversari, vuole dire che qualcosa non va.

A ciò aggiungiamo le voci circa i pacchetti di voti in vendita, le indiscrezioni che circolano sul fatto che alcuni candidati a sindaco si sarebbero fatti consegnare tessere elettorali da riconsegnare il giorno del voto – magari insieme a qualche gratificante ringraziamento – e le telefonate che da settimane giungono a tanti battipagliesi per dei sondaggi dietro cui si nascondono esplicite richieste di voti.

Non c’è che dire. Il panorama politico battipagliese non regala sorrisi e neppure speranze.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio