Cronaca

Inchiesta ristoratori a Salerno: Bove in silenzio dal gip, Sileo garante di Zeno per i contratti di fitto

Proseguono le indagini dopo gli arresti dei ristoratori a Salerno, con i primi interrogatori per il gruppo imprenditoriale Bove-Zeno e le prime sostituzioni di misure cautelari come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Salerno, dopo gli arresti dei ristoratori proseguono le indagini

Il gip, nella sua ordinanza, si riferisce a Enzo Bove e Mimmo Zeno, definendoli soggetti caratterizzati da una “pericolosità sociale” proprio in riferimento alla possibilità, tra l’altro, che i due potessero essere destinatari di misure di prevenzione patrimoniale in virtù del loro modus operandi. Già nel 2007 Zeno fu raggiunto da una misura sia personale e sia patrimoniale perché ritenuto dal tribunale di Salerno “appartenente ad un nuovo sodalizio criminoso facente capo a Pietro Selvino, già partecipe del clan di Tommaso Nocera, operativo ad Angri“.

Dalle carte emerge che Bove era stato condannato per bancarotta fraudolenta per quanto concerne il suo ruolo di amministratore della Hablame Luna srl del suocero Rosario Marinelli fallita nel 2012. Secondo l’accusa, i due avevano un preciso modus operandi che emergerebbe anche dalle intercettazioni telefoniche: ricorrevano sempre a prestanomi che, solitamente, erano già inquadrati come dipendenti nelle società o ad altre persone da “interporre fittiziamente” attraverso l’attribuzione di ruoli direttivi o quote di capitale sociale nella direzione e amministrazione di società a loro riconducibili.

Redazione L'Occhio di Salerno

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