Abusi nelle aree protette di Paestum, le sanatorie salvano anche noti imprenditori

CAPACCIO PAESTUM. Capaccio Paestum è stata in più occasioni denominata, non a torto, come la “città degli abusi”. Una delle realtà territoriali dove il fenomeno, nel corso degli anni, si è avvertito in modo particolare. Migliaia le ordinanze di abbattimento emesse dal Comune nell’ultimo decennio, per una media di almeno un centinaio all’anno, nei confronti dei responsabili degli abusi.

La tipologia è molto variegata, tra gli abusi più comuni quelli effettuati dai privati sia relativamente alle abitazioni che alle aziende con la creazione di corpi aggiuntivi. Buona parte sono stati realizzati nell’ambito della 220, quindi, nel perimetro dell’area archeologica. Una delle aree dove il fenomeno è maggiormente visibile, è all’interno della piana di Paestum.

Nella contrada Torre di Mare gli abusi riguardano la realizzazione di residenze turistiche, ma anche attività produttive. Medesima tipologia anche per le borgate marittime della Licinella, Linora e Foce Sele. In quest’ultima località oltre agli abusi di tipo residenziale, si è registrata la costruzione di capannoni da adibire ad attività artigianali. Molti i proprietari, che si rivolgono al Tar. Migliaia le richieste di condono. Abusi, che scaturiscono anche dal fatto che Capaccio Paestum è caratterizzato da una serie di vincoli paesaggistici, ambientali e archeologici.

Poche le ordinanze eseguite dagli stessi proprietari o dal Comune in questi anni

Alla base, la mancanza dei fondi da parte degli enti da impiegare per eseguire in modo coatto le demolizioni dei manufatti illegali. Paradossalmente in alcuni casi…



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