Eventi e cultura

Lo street artist Erminio Ariano dice No alla violenza sulle donne ad Agropoli

Ad Agropoli, sabato 29 luglio, lo street artist Erminio Ariano, autore di racconti visivi dalle tematiche sociali, in collaborazione con il Forum dei giovani e grazie al contributo della famiglia La Greca, che in quanto sponsor ha permesso la sua intera realizzazione, ha espresso il suo NO alla violenza sulle donne. Donna Vita Libertà è lo slogan ‘dai colori all’italiana’ che corona il murales inaugurato sulla parete dell’oratorio Giovanni Paolo II, alla presenza del sindaco della città, Roberto Mutalipassi, Francesco Crispino, consigliere delegato alla cultura, Franco Alfieri, presidente della provincia di Salerno, e Luca Cerretani, consigliere provinciale.

Agropoli Erminio Ariano violenza donne

L’opera urbana di Ariano si presenta nella sua articolazione come un display anacronistico che accoglie in alto, un coro di anime vaganti e senza sosta di vittime dalle tinte brune, totem dalla timbrica primitiva con volti scomposti, ripresi da angolazioni diverse, quasi a voler mostrare un punto di vista totale della sofferenza. Un dolore che l’artista sollecita a denunciare chiamando gratuitamente il 1522, il numero Anti violenza e Stalking inscritto nel cartello a sinistra, mentre all’estrema destra il gesto mimetico di denuncia, la mano con pollice dentro e dita a pugno, segnale silenzioso di aiuto per abuso domestico o violenza da parte del marito, partner o fidanzato presente vicino alla vittima in quel momento. Al centro, nel candore della rappresentazione stilizzata della mano di Venere che sorregge uno specchio -convenzionalmente associato al simbolo della donna-, un volto ‘Multicolor’, così chiamato dall’autore, che fa fede alle caratteristiche fisiognomiche di identità globalizzate del genere femminile.

Agropoli Erminio Ariano violenza donne

Lo sguardo intenso e acuto, accompagnato dall’espressione colorata delle mani, in direzione del fruitore accentua la volontà di Ariano di porre in essere la complessità cerebrale della donna, raffigurata in trame ingarbugliate, ghirigori di emozioni, pensieri, azioni che si snodano nell’alternanza di elementi contrastanti, il bianco (luce) e il nero (ombra), la ragione (occhi) la passione (rose) e la sofferenza (spine). In primo piano delle scarpe rosse dalle forme variegate, in memoria dell’installazione Zapatos Rojos, dell’artista messicana Elina Chauvet realizzata nel 2009 nella piazza di Ciudad Juarez (ben trentatré paia di scarpe diverse, accomunate dalla tinta  – del sangue – e dall’assenza delle proprietarie, vittime di una violenza considerata ‘sistemica’), a ridosso quattro generazioni di donne, matrioske dai corpi privi di fronzoli estetici incise da poche rette, linee pulite dal taglio geometrico, legate tra loro da possenti strette di mano, elemento ricorrente nel linguaggio di Erminio, che in questa circostanza viene utilizzato come simbolo di comunicazione e solidarietà.

Agropoli Erminio Ariano violenza donne
Agropoli Erminio Ariano violenza donne

Nel mezzo di ogni immagine, al pari di rigide figurine intagliate alla Lucas Cranach (artista tedesco che insieme a Durer e Holbein hanno segnato la ritrattistica europea del XVI secolo), dei cuori pulsanti di rosso, testimoni di vita e speranza, forti oppositori di una cronaca fuori controllo, alimentata dalla nascita di panchine e nastri rossi, che insieme alle scarpe scarlatte diventano l’emblema della lotta alla violenza di genere.

Erminio riproponendo con attenzione ogni strumento utilizzato nella lotta al femminicidio, cristallizzato da un linguaggio semplice, conduce ed educa il fruitore a non distaccarsi dall’eminenza della cronaca, portale che alimenta da sempre l’arte contemporanea, in quanto l’artista ne è il comunicatore attivo, narratore di umanità collettive, che con l’ausilio di capacità verbo-visive diventano immediatamente riconoscibili.

Nunzia Giugliano

Redazione L'Occhio di Salerno

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