Inchiesta

Angelo Ubbidiente e Giovanni Maiale: ecco quanto costano allo Stato

SALERNO. Seguendo la portentosa inchiesta del quotidiano Le Cronache, ove si analizza con molta cura la questione sociale legata alle sostanziose e (oserei dire) disarmanti differenze economiche che vi sono tra coloro che sopravvivono al mondo criminale e alcuni cittadini che (spesso) il mondo criminale non lo hanno mai visto nemmeno in cartolina. Abbiamo modo di analizzare con attenzione e anche con il dovuto distacco (quasi ascetico per usare un eufemismo) il percorso che ha portato i due ex camorristi: Giovanni Maiale e Angelo Ubbidiente, da braccia della malavita organizzata a collaboratori di giustizia.

«Lo Stato – si evince dall’inchiesta – “ha pagato” a due ex capi clan di camorra noti al territorio, Angelo Ubbidiente e Giovanni Maiale, mezzo milione di euro circa: danaro loro sicuramente riconosciuto, euro più euro meno, perché sia l’uno che l’altro hanno definito la personale trattativa, prevedendo la legge che al termine del programma di protezione tu abbia diritto a una quantità di danaro che ti consenta di sopravvivere senza fare altri danni e così reinserirti in società».

È evidente che i pentiti (appartenenti a qualunque organizzazione criminale, che sia un cartello o una mafia) in genere hanno una moltitudine di vantaggi che lo Stato gli pone per portarli a cambiare vita e conseguentemente ad abbandonare il mondo criminale ove, sino a quel momento, vi sono inebriati. Si dice che alcuni pentiti siano stato “capitalizzati” ovvero che abbiano deciso di prendere quanto dovuto nell’immediatezza, rinunciando così a tutti i benefit (esclusi quelli legati alla protezione familiare e personale).

Stando a quanto riportato dal Servizio Centrale: « (…) l’unico attuale strumento di reinserimento sociale è dato dalla capitalizzazione delle misure assistenziali. I beneficiari, presentando un concreto e documentato progetto lavorativo, previo parere favorevole dell’Autorità Giudiziaria proponente possono in tal modo porre le basi per il raggiungimento di un’autonomia economica».

Analizzando le cospicue parcelle, bilanciate giustamente al biglietto da visita dei due personaggi, i lettori e chi mastica quotidianamente queste situazioni, possono farsi un’idea su dove penda l’ago della bilancia.

Angelo Ubbidiente, il leggendario ex boss salernitano appartenente all’epopea storica degli ultimi leader della mala del capoluogo (Pannella, Grimaldi, D’Agostino) molto forte nell’ambito imprenditoriale legato alle slot machine e all’usura, oltre che a tipici settori illegali (come i reati di sangue generati dalla professione esercitata). Ubbidiente ha avuto modo di trattare e “cantare” a seguito del suo arresto.

Giovanni Maiale, ex capo dell’omonimo clan ebolitano, completamente spazzato via nel ’92 da un blitz della Dda. Il personaggio ha dato spettacolo di se nel maxi processo derivato del “California” modello al quale si consiglia di non ispirarsi.

I due mediamente incassano all’incirca 250mila e 200mila euro. Inoltre, lo scorso anno, Maiale aveva chiesto di poter tornare nella sua città, in quanto pare avesse ricevuto un’offerta lavorativa da un’imprenditore della vicina Campagna. Tuttavia, quando è stato ascoltato dalle autorità, l’ex boss non sapeva neppure dove si trovasse l’azienda e quali mansioni avrebbe dovuto svolgere. Dunque, negata l’istanza, la situazione ha preso un’altra piega. Sino a giungere alla sua “capitalizzazione”, autorizzata come ad Angelo Ubbidiente.

Alcuni anni fa, a Cosimo, il fratello di Maiale, alias “Nas’e can”. reo confesso di 8 omicidi, toccò la medesima sorte: ricevette 80mila euro di capitalizzazione, che pare l’ex camorrista volesse reinvestire per il rilevamento di un’attività di ristorazione al centro storico ebolitano. Operazione conseguentemente sfumata.

Alcuni analizzano queste onerose cifre e lo fanno con la legittima rabbia di chi magari non riesce ad arrivare a fine mese o di chi si è spaccato la schiena per la legalità, finendo miseramente la propria carriera con un pugno di mosche. Tuttavia, c’è anche da dire che le strategie non bastano mai per poter controllare a mo’ di termostato, un problema così dilagante e complesso come quello della criminalità organizzata. È vero, al mondo siamo tutti nella stessa barca e sicuramente, tutti (nel bene o nel male) vivono un’esistenza fatta di difficoltà, di problemi e soprattutto di delusioni, ma ciò che è importante risiede proprio nel guardare al futuro con ammirazione e rispetto per le proprie scelte, nella specifica se sono determinanti a migliorare la società in cui si vive.

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