Cronaca

Aniello Bruno morto in carcere, quattro medici nei guai

SALERNO. Aniello Bruno morto in carcere, quattro medici nei guai. Conclusioni indagini del Pm Nesso per la morte in carcere a Fuorni di Aniello Bruno, pregiudicato di Angri. Rischiano il processo tre medici che fanno servizio al carcere e uno del Ruggi. Ora si attende la decisione del Gip. Bruno si sarebbe sentito male di venerdì nella tarda serata, accusando un forte dolore all’addome. Trasportato all’ospedale “Ruggi” sarebbe stato visitato, sottoposto ad un esame ecografico, dimesso e avrebbe subito fatto ritorno in carcere.

Aniello Bruno morto in carcere, quattro medici nei guai

“Il medico del Ruggi avrebbe diagnosticato solo una colica renale al detenuto. Del malore Bruno ne avrebbe parlato lo stesso venerdì con la moglie durante il colloquio ma proprio a causa del malore Bruno non sarebbe riuscito a terminare l’incontro. Come ricordano gli stessi familiari del defunto, da più giorni, almeno una ventina, Bruno accusava uno stato di malessere ed era dimagrito di 18 chili. Poi di nuovo un malore e la corsa inutile al “Ruggi” dove venne sottoposto ad un immediato intervento in chirurgia d’urgenza per una presunta perforazione dell’intestino.

Operato, l’intervento sarebbe riuscito e sarebbe stato trasferito in sala di rianimazione, dove, però, morì all’alba. L’inchiesta nasce dopo che i parenti di Bruno presentarono una denuncia, tramite l’avvocato Spadafora, per il decesso del loro congiunto tanto che nella stessa giornata di Pasqua i carabinieri acquisirono la cartella clinica. Del caso aveva parlato con un post su Fb anche la figlia.

“Mio padre – aveva scritto – prima di tutto non era dentro per quelle rapine, poiché le pene per quei reati le aveva già scontate. Era in carcere per un incontro con una persona nota alle forze dell’ordine che era tenuta sotto controllo con il microchip e mio padre, usufruendo del regime di semilibertà, non poteva avere incontri del genere”.

È stato male per ben 20 giorni con dei controlli mal fatti e una visita in ospedale fatta solo venerdì. Poi è stato rimandato in carcere con la diagnosi d’infezione intestinale”.

L’ultima persona che Aniello Bruno ha incontrato è stata la moglie: “Nella giornata di Sabato Santo mia madre ha fatto il colloquio e l’ha visto deperito. Aveva perso 18 chilogrammi e mia madre voleva informazioni, ma nessuno ha voluto darle spiegazioni alla casa circondariale di Fuorni. Poi, la domenica di Pasqua, alle 5.40, con una chiamata dal carcere abbiamo saputo che mio padre era morto”.

La famiglia, nel corso delle indagini, ha incaricato il medico legale Panfilo Maiurano di eseguire una perizia per capire in che modo fosse morto Aniello. Tutte circostanze che probabilmente saranno chiarite nel corso di un procedimento giudiziario cui spetta il compito di fare chiarezza su un caso che ha scosso l’opinione pubblica provocando polemiche anche in ambito nazionale.

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