Cronaca

Vicenda Asi a Sarno, Canfora si difende dopo la condanna: “Sono estraneo ai fatti”

Vicenda Asi a Sarno: il sindaco Giuseppe Canfora parla e si difende dopo la condanna in primo grado. Il primo cittadino si è dichiarato estraneo ai fatti.

Canfora parla della condanna per la vicenda Asi

Dopo la condanna per la vicenda delle nomine all’Asi di Sarno, il sindaco Giuseppe Canfora prende la parola e si difende nonostante il Tribunale di sia ormai pronunciato:

“Coltiverò senza sosta il seme della fiducia nella giustizia, del coraggio nell’affrontare le prove della vita, della forza nel dimostrare la verità.

Ho sempre fatto del mio percorso di vita prima e di istituzione poi, una strada di lealtà, rispetto, trasparenza, legalità. Senza “se” e senza “ma”.
È su questi assunti che fondo e continuerò a fondare ogni mio passo.

Faremo appello, perché credo fermamente che si arriverà alla verità.
Ribadirò in ogni sede la mia profonda innocenza ed estraneità ai fatti che mi vengono ascritti.

Non conosciamo ancora le motivazioni della sentenza, che saranno depositate tra 90 giorni, ma sembrerebbe che il Tribunale di Salerno mi abbia ritenuto responsabile per un sms, a me completamente sconosciuto fino all’inizio del processo e NON inviato da me, con il quale, all’epoca della mia elezione a Presidente della Provincia, un componente dell’assemblea di una società partecipata invitava il Presidente della stessa a soprassedere dalla nomina del collegio sindacale, per ragioni di correttezza istituzionale nei miei confronti.

Ripeto: un sms non inviato da me.

Non comprendo di quale reato mi sarei macchiato.
Si tratta di una sentenza di primo grado che confido sarà completamente riformata in appello.”

Il primo cittadino di Sarno è stato condannato insieme a Bruno Di Nesta, quest’ultimo ex componente dell’Asi ed ex direttore generale di Palazzo Sant’Agostino.

Secondo i giudici della prima sezione penale, l’invito a Gigi Cassandra dai vertici della Provincia a soprassedere dalla nomina dei revisori dei conti dell’Asi, fu un vero e proprio abuso tale da configurare il reato di concussione.

Canfora è stato condannato a 2 anni di reclusione, mentre per Di Nesta un anno e 4 mesi.

 

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