Cronaca

Battipaglia: Casa di riposo per anziani "Villa Maria" apre entro aprile

BATTIPAGLIA. La casa di riposo per anziani Villa Maria in gestione alle cooperative sociali Don Uva di Potenza e Servizi Sociali Salernitani per 27 anni.

A 20 anni dalla prima inaugurazione, dopo tre anni dalla prima offerta presentata dalle due coop al bando pubblicato nel 2011 dal Comune di Battipaglia (tre gare erano andate deserte), al termine di una lunga battaglia giudiziaria a cui aveva fatto seguito l’aggiudicazione provvisoria della casa albergo di via Etruria – inaugurata nel 1996 e mai aperta – è giunta l’aggiudicazione definitiva.

Le due coop dovrebbero aprire i battenti della struttura entro aprile. L’importo stimato complessivo dei servizi ammonta a circa 13 milioni e mezzo di euro, calcolati sulla base di una retta mensile di 1.110 euro per anziani autonomi e di 1.300 euro per anziani semi autonomi.

Il canone che le due coop dovranno corrispondere al Comune sarà di 30mila euro l’anno. L’importo dei lavori per ultimare la struttura è stato stimato in poco meno di 500mila euro. La casa di riposo potrà ospitare 29 persone.

I gestori dovranno garantire prestazioni e servizi alberghieri, attività di aiuto e supporto alle persone, sostegno dell’autonomia individuale e sociale, laboratori abilitativi, ricreativi ed espressivi, l’attività del centro sociale polifunzionale per un massimo di 25 utenti, oltre a smaltimento dei rifiuti, vigilanza, organizzazione del servizio, lavanderia.

L’edificio denominato Villa Maria, consegnato al Comune di Battipaglia nel 1996 dopo una spesa di due miliardi delle vecchie lire, è stato inaugurato tre volte nel corso delle esperienze amministrative targate Fernando Zara ed Alfredo Liguori (l’ultima nel 2005). L’affidamento è giunto al termine di una battaglia giudiziaria, con il Tar ed il Consiglio di Stato che avevano giudicato legittima l’offerta presentata dalle coop nel febbraio 2013.

La commissione straordinaria al timone del Comune di Battipaglia aveva inutilmente provato ad annullare il provvedimento voluto dall’amministrazione Santomauro, trovando i pareri negativi della giustizia amministrativa. Dal dicembre 2011 al febbraio 2013, tre gare erano andate deserte. Quando il Comune aveva avviato la procedura negoziata, era spuntata l’offerta delle coop Don Uva e Servizi Sociali Salernitani.

L’amministrazione, già con il commissario prefettizio Mario Ruffo, aveva dichiarato inammissibile l’offerta economica, peraltro l’unica giunta al Comune dalla pubblicazione del primo bando, nel dicembre 2011.

Nel febbraio del 2014, il Tar aveva respinto le richieste del Comune, giudicando infondate le motivazioni addotte dall’ente. Una tesi accolta qualche mese dopo anche dal Consiglio di Stato, cui il Comune aveva fatto ricorso. All’interno di Villa Maria giacciono ancora arredi, letti, lenzuola, materiale informatico e sanitario, acquistati a più riprese tra il 1996 e il 2005, senza mai essere utilizzati.

Da allora, l’Asl di Salerno, su autorizzazione comunale, ha utilizzato solo una parte dell’edificio per farne un presidio per anziani e malati di Alzheimer. Prima ancora, don Ezio Miceli aveva avanzato la proposta di realizzarvi un centro per ex tossicodipendenti e persone disagiate.

La questione era giunta all’attenzione dei media nazionali, con alcuni speciali della Rai e di “Striscia la Notizia” che, alcuni anni fa, avevano acceso i riflettori.

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