Cronaca

Battipaglia, gli addetti ex Alcatel non percepiscono lo stipendio da mesi

BATTIPAGLIA. È un calvario infinito quello dei lavoratori ex Alcatel di Battipaglia. Circa sei anni fa la multinazionale francese impiegava circa 500 persone a Battipaglia, tra assunti e interinali. Dopo la cessione di una grossa fetta dell’industria battipagliese alla Btp Tecno (i cui ex dipendenti sono oggi in mobilità o in cassa integrazione, a seguito del fallimento), dell’Alcatel era rimasto solo il centro di ricerca e sviluppo.

Nel novembre 2013, 38 dipendenti di quel piccolo polmone dell’Alcatel rimasto a Battipaglia furono trasferiti in seno all’azienda romana Sesa-Nv srl. Nell’aprile dello scorso anno, l’ultimo spostamento delle restanti 29 unità, sempre alla Sesa, di cui 18 dallo stesso centro ricerca e sviluppo dell’Alcatel. Smantellandolo in maniera praticamente definitiva. Il 15 giugno del 2015, il gruppo Sesa-Nv srl era stato assorbito, con i suoi 550 dipendenti in tutta Italia, dal gruppo aziendale Innovazione e Ricerche, al cui interno c’erano le aziende Sesa Italia e General Engineering. La situazione attuale, dopo una serie di altri trasferimenti e movimentazioni aziendali, vede due uffici a Battipaglia, presso il centro Majestic in via Brodolini.

Uno è dell’azienda Sesa, con 17 dipendenti ex Alcatel, un altro dell’azienda Hirtec, con altri 23 dipendenti ex Alcatel. Lavorano su commesse della Nokia e della stessa Alcatel, ma lamentano diversi stipendi arretrati. Stando ai dati forniti dalle organizzazioni sindacali, i dipendenti della Sesa non prenderebbero alcuno stipendio dallo scorso mese di marzo. I dipendenti della Hirtec, invece, avrebbero sei mensilità arretrate. Da parte dei dipendenti – si tratta principalmente di ingegneri ed informatici, non solo italiani – ci sono stati vari solleciti all’azienda. Che avrebbe proposto, stando sempre alle notizie che giungono dal fronte sindacale, un nuovo trasferimento dei lavoratori presso un’altra azienda del gruppo, a Roma. Un’eventualità che non piace a tanti dipendenti, che chiedono certezze sul loro futuro. D’altra parte, si tratta di lavoratori che negli ultimi sei anni sono stati costretti a vivere passivamente trasferimenti aziendali, cessioni di ramo d’azienda, vertenze sindacali, il fallimento della Btp Tecno.

La parabola discendente dell’Alcatel battipagliese è iniziata il 17 giugno del 2010, quando la multinazionale a maggioranza francese decise di cedere una grossa fetta dell’industria di Battipaglia alla Btp Tecno, avviando la fase di smantellamento dell’azienda sulla zona industriale. E gli altri lavoratori che ruotavano intorno alla cornice della multinazionale? I circa cento lavoratori trasferiti nella Btp Tecno oggi non hanno un lavoro: 70 sono in mobilità e 30 in cassa integrazione, che scadrà tra poco più di un mese. La politica locale ha ascoltato le esigenze dei lavoratori ex Alcatel ed ex Btp Tecno, al fine di comprendere le situazioni che vivono. L’unica soluzione reale – e questo sembra essere un progetto condiviso da tutti i candidati a sindaco – riguarda l’opportunità di inserire la città di Battipaglia tra le aree di crisi industriale. Offrendo la possibilità alle aziende che operano nel territorio interessato di accedere a specifiche forme di finanziamento ed agevolazioni economiche.

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