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Battipaglia, mai entrato in funzione il depuratore da 60 miliardi di lire

BATTIPAGLIA. Il depuratore costato ben 60 miliardi di vecchie lire, realizzato negli anni ’80, nell’area industriale tra Battipaglia ed Eboli, non è mai entrato in funzione, nonostante fosse già dotato di condutture fognarie. Un progetto di quasi 6 milioni di euro per far defluire le acque reflue battipagliesi verso il collettore di Salerno. Intanto, 19mila metri cubi di acque reflue al giorno (prodotte da 35mila cittadini) finiscono direttamente in un mare che, per buona parte, risulta fortemente inquinato e non balneabile da otto anni. Significa che l’acqua utilizzata per lavare piatti o pavimenti, per gli scarichi del bagno, per lavare le auto o il cane di circa 35mila battipagliesi, tanto per fare qualche esempio, finisce direttamente dai lavandini o tombini fino al mare senza trattamento.
La depurazione è uno dei tanti paradossi amministrativi di una città – Battipaglia – che non ha mai potuto contare su amministrazioni comunali capaci di risolvere una questione primaria come il sistema fognario e probabilmente inconsapevoli della presenza di un depuratore nuovo di zecca e mai utilizzato. Sarebbe stato meglio, secondo l’ex sindaco Giovanni Santomauro e in base ai progetti approvati insieme alla Provincia di Salerno, mettere altri 6 milioni di euro sul tavolo per dirottare le acque reflue verso il collettore fognario di Salerno, passando per l’allaccio di Bellizzi. Con costi chiaramente superiori per la comunità ed una spesa pubblica ingente.
Anni fa ci provò la Procura della Repubblica di Salerno a capire come mai il depuratore in zona Asi non fosse mai entrato in funzione. Di quelle indagini non si è saputo più nulla. Ed intanto continua a operare solo il vecchio impianto di depurazione delle acque esistente in località Tavernola, costruito negli anni’70, che attualmente ha una capacità ridotta rispetto al notevole incremento demografico della città nel corso degli ultimi decenni.
Negli anni’80 fu costruito un nuovo depuratore in zona Asi, realizzandone anche la conduttura, che avrebbe dovuto convogliare i reflui dell’intera città di Battipaglia. Anzi, in base alle previsioni avrebbe dovuto depurare anche i reflui di Eboli. Invece le cose sono andate diversamente. Una piccola parte dell’impianto depura solo gli scarichi della zona industriale battipagliese. Per quelli della città invece continua ad operare il vecchio impianto di Tavernola, già da tempo inadeguato. Così si è rilevato che, a fronte dei 25mila metri cubi al giorno di reflui prodotti a Battipaglia, il vecchio depuratore ne riesce a trattare solo 6mila e gli altri 19mila restano senza depurazione e finiscono in mare. Una consistente fonte di inquinamento che comporta notevoli danni alla salute dei cittadini e all’ambiente. Creando forti difficoltà pure agli stabilimenti balneari e alle attività ricettive che operano sulla fascia costiera battipagliese, costretti ad operare sotto la scure di cartelli che evidentemente impongono il divieto di balneazione su circa la metà del litorale.
Il fatto paradossale è che a Battipaglia esistono due depuratori, ma la maggior parte dei reflui della città finisce nei fiumi e in mare senza trattamento, determinando un alto tasso di inquinamento lungo il litorale. La situazione è sotto gli occhi di tutti, si sono succedute amministrazioni di diverso colore politico, ma nulla è mutato. Semmai, sono stati chiesti sempre altri soldi per decifrare un problema che, in realtà, era stato già risolto negli anni’80 con la realizzazione del depuratore in zona Asi ed una spesa pubblica di 60 miliardi delle vecchie lire.
Nel frattempo, per la depurazione che riguarda la città di Battipaglia sono in ballo danni due finanziamenti: uno di 4 milioni e mezzo, l’altro di un milione 100mila. Le procedure sono avanzate, ma i lavori sono in netto ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale. E tutto a causa – almeno pare – di mancate comunicazioni tra i vari enti coinvolti e di difficoltà burocratiche mai precisate.

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