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Battipaglia, il presidente del consiglio comunale Falcone rischia la decadenza dal ruolo

BATTIPAGLIA. Il presidente del consiglio comunale Franco Falcone rischia la decadenza dal ruolo. A causa di un contenzioso con il Comune di Battipaglia non potrebbe ricoprire la carica di presidente dell’assise e neppure quella di consigliere, ai sensi dell’articolo 63 del Tuel, il testo unico degli enti locali. Falcone aveva presentato opposizione alla sentenza della prima sezione civile del Tribunale di Salerno che rigettò il suo ricorso all’ingiunzione di pagamento emessa dall’ente in merito alle indennità di funzione percepite dal 2003 al 2005.

Nonostante abbia chiesto ed ottenuto dal settore avvocatura una rateizzazione dell’importo – 14.699,06 euro – Falcone aveva deciso di presentare appello. Pur continuando a pagare le rate. Il contenzioso, dunque, resta in piedi ed impedirebbe a Falcone di sedere in assise come consigliere e, a maggior ragione, nel ruolo di presidente. Falcone, in qualità di consigliere percepì la cifra di 14.699,06 euro a titolo di rimborso dell’indennità di funzione dal 2003 al 2005. Avvalendosi della facoltà concessa dall’articolo 21 bis dello statuto, Falcone – come tutti i suoi colleghi in assise – optò per l’indennità di frequenza in luogo del gettone di presenza. Mensilmente intascò 637,74 euro per il 2003 e il 2004, 632,87 euro per il 2005.

I 32 ex consiglieri furono accusati nel 2007 di abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato, non avendo gli stessi membri dell’assise svolto un numero congruo di sedute di consiglio e commissioni tali da poter giustificare un simile esborso di denaro pubblico, prima del proscioglimento finale da parte del Tribunale di Salerno, sei anni fa. Che non annullò l’obbligo di restituzione delle indennità. Pochissimi gli ex consiglieri che decisero di pagare. Per cui il dirigente del settore avvocatura, Giuseppe Lullo, nel 2009 fece partire le ingiunzioni di pagamento. Falcone presentò opposizione, rigettata dal Tribunale di Salerno. Avverso tale sentenza, giunta nel febbraio dello scorso anno, Falcone ha presentato appello.

La questione dell’incompatibilità di Falcone fu avanzata in consiglio già quattro anni fa, nel corso dell’amministrazione Santomauro, ma la vicenda fu chiusa con un nulla di fatto. «Non sono incompatibile – ha commentato Falcone – il mio ricorso è stato discusso e si attende la sentenza. Ho chiesto al mio avvocato di presentare una richiesta di annullamento del giudizio al momento dell’insediamento in consiglio». D’altra parte, Falcone – come tutti i consiglieri – in occasione della prima seduta dell’attuale amministrazione, il 13 luglio, ha dichiarato di non trovarsi in alcuno dei casi di incandidabilità, ineleggibilità ed incompatibilità previsti dalla normativa. E l’opposizione è pronta a dare battaglia. «Abbiamo chiesto la convocazione di un consiglio monotematico sull’area di crisi industriale – afferma il consigliere Gerardo Motta – chiederemo anche di verificare l’incompatibilità del presidente Falcone. Se dovesse realmente esserci l’incompatibilità, se ne assumerà le conseguenze e le responsabilità. Lui ha affermato pubblicamente che non c’erano problemi del genere. Vedremo».

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