Cronaca

Caos allo stadio, ecco i nomi degli 8 ultras della Cavese arrestati

CAVA DE’ TIRRENI. Sono otto, almeno per adesso, i teppisti-tifosi metelliani finiti agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento, per l’ignobile guerriglia scatenata sul terreno di gioco dello stadio “Lamberti” una quindicina di minuti prima del fischio d’inizio di Cavese-Reggio Calabria (conclusasi poi con il risultato di 2-1 per i biancoblù), gara valida per l’accesso alla finale playoff del girone I del campionato di serie D.

La notizia è riportata dal giornale La Città di Salerno.

L’esame dei filmati

Le misure restrittive sono scattate nella notte tra domenica e ieri, al termine di un’accurata attività investigativa, sulla quale sovrintende la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, degli agenti della Digos della questura di Salerno e del personale del commissariato di Cava de’ Tirreni attraverso l’analisi dei filmati effettuati dal personale della polizia scientifica.

L’esame dettagliato delle immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza dello stadio ha consentito di risalire all’identità dei più esagitati del gruppetto di facinorosi (composto almeno da una ventina di elementi), appartenenti alla frangia ultràdel tifo metelliano e quasi tutti con precedenti specifici a carico e già destinatari di Daspo, che armati di cinghie e oggetti contundenti hanno invaso il campo.

Il raid

Sono entrati sul terreno di gioco, forzando la cancellata del proprio settore e sfuggendo ai controlli degli steward per raggiungere il settore occupato da numerosi sostenitori calabresi, lanciando oggetti e fumogeni all’indirizzo delle forze di polizia e dei tifosi avversari e tentando di venire a contatto con i sostenitori della compagine amaranto.

A scatenare questo raid in campo – preceduto da una serie di “schermaglie” verbali – il gemellaggio tra i tifosi della Cavese e quelli del Messina, a fronte di quello tra i reggini e i salernitani, rivali storici degli ultras aquilotti.

Solo l’intervento degli agenti impegnati nel servizio d’ordine allo stadio ha impedito che la situazione degenerasse, disperdendo i teppisti che sono rientrati nel loro settore in Curva Sud, dopo essersi appropriati di un drappo amaranto, che poi è stato sollevato come un “trofeo”. A fare le spese di questi disordini sono stati tre agenti di polizia e un tifoso reggino, rimasti contusi.

La costituzione di uno dei responsabili

Uno degli otto fermati, per i quali è stata avviata anche la procedura per l’irrogazione del provvedimento Daspo, era stato già preso in flagranza di reato domenica pomeriggio e condotto dagli agenti del servizio d’ordine reso il commissariato di polizia.

Un altro, invece, dopo essersi reso irreperibile durante l’esecuzione delle misure restrittive degli arresti domiciliari alle prime luci del giorno, si è costituito intorno a mezzogiorno di ieri negli uffici del commissariato di polizia di Cava de’ Tirreni.

Le reazioni istituzionali

A caldo, subito dopo la conclusione della partita, il sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli aveva subito stigmatizzato l’accaduto: «Sono episodi inqualificabili che danneggiano la Cavese e la nostra città».

Ieri è intervenuto anche l’assessore comunale con delega allo Sport Enrico Polichetti, che ha condannato senza mezze misure «gli episodi inqualificabili che si sono verificati allo stadio. Non è giustificabile che mentre una squadra e una società, insieme con l’intera città, sono impegnate nel contendersi la promozione tra i professionisti, un gruppo di facinorosi, che non rappresenta assolutamente gli sportivi e i tifosi di Cava de’ Tirreni, abbia messo in primo piano stupidi campanilismi danneggiando in primo luogo quello che loro dicono di avere a cuore, la città e la Cavese. Ma queste parole vengono palesemente smentite dalle loro azioni. Abbiamo rischiato di avere la partita persa».

«Dopo tanti sacrifici che si stanno facendo – conclude – non è possibile assistere a questi episodi, che infangano l’immagine di un’intera tifoseria e di un’intera città».

I nomi degli arrestati

Agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida sono finiti: Antonio Santoriello, di 38 anni, residente a Cava; Luigi Senatore, di 42 anni, residente a Cava, con precedenti specifici e già un Daspo; Massimo Masullo, di 42 anni, residente a Cava, con precedenti specifici; Alfonso Viscito, di 60 anni, residente a Giffoni Sei Casali, difeso dall’avvocato Lanzi; Gianluca Lambiase, di 26 anni, residente a Cava , con precedenti specifici ; Roberto Pizzo, di 54 anni, residente a Cava; Valter Matonti, di 44 anni, residente a San Giorgio, con precedenti specifici e già un Daspo, trovato in possesso, nel corso della perquisizione domiciliare, di un fumogeno; Antonino Strino, di 36 anni, residente a Cava, con precedenti specifici e un Daspo.

(Articolo tratto da La Città di Salerno)

 

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