Cronaca

Cilento, Carlo Acutis beato: è il primo “santo” dei millennial

Cilento, Carlo Acutis è beatificato nella Basilica superiore di Assisi in una celebrazione solenne e commovente presieduta dal cardinale Agostino Vallini. Presenti al rito i genitori del Beato, Andrea e Antonia, con accanto i due gemellini Michele e Francesca, nati dopo la morte di Carlo e, come spesso ripete la mamma, per intercessione di suo figlio.

Beato Carlo Acutis

È beato Carlo Acutis, lo studente morto a 15 anni il 12 ottobre 2006 all’ospedale San Gerardo di Monza per una leucemia fulminante, riconosciuto dalla Chiesa, nonostante la sua breve vita, come modello di fede cristiana. Papa Francesco, nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale.

Chi è Carlo Acutis

CLa sua faccia sorridente campeggia da giorni sui social. Carlo Acutis, classe 1991, morto a soli 15 anni, è il primo ‘santo’ dei millenials, quelli che sono cresciuti a pane e internet e per questo in molti già lo considerano il patrono del web.

Si chiama come il nonno, patron della Vittoria Assicurazioni, e nasce a Londra per un trasferimento temporaneo del padre Andrea, in quegli anni manager in una banca d’affari. Poi il ritorno in Lombardia, a Milano, dove Carlo frequenta le scuole.
Una vita breve perché a 15 anni se lo porta via una leucemia fulminante. Muore a Monza ma su sua richiesta viene sepolto ad Assisi. Ed è nella città di San Francesco che sabato sarà beatificato.

L’influencer di Dio

Genio dell’informatica, utilizzava le sue conoscenze per parlare di fede sul web, un vero e proprio ‘influencer di Dio’, oggi potremmo definirlo. Gioca a pallone, fa trekking in montagna, suona il sassofono e va in pizzeria con gli amici. Ma chi si avvicina a lui resta contagiato da quell’amore per Cristo e l’eucaristia e per questo, già da ragazzino, va a messa tutti i giorni. Intanto ‘smanetta’ al computer e crea siti che parlano di miracoli eucaristici e sostanzialmente della gioia della fede. “L’Eucaristia è la mia autostrada verso il cielo”, amava ripetere.

La mamma, Antonia Salzano, ha raccontato che il figlio giocava a fare lo scienziato informatico, realizzava i video e i montaggi con la sua telecamera e confezionava riviste online.
Via via ha cominciato a studiare sui manuali specializzati, quelli in uso nelle facoltà di ingegneria informatica. E in questo modo, da autodidatta, è diventato un programmatore sempre più esperto.

Papa Francesco, che a suo stesso dire è negato per cellublari e pc, e che anche per scrivere una mail si deve fare aiutare da qualcuno, è rimasto incantato da questo giovane che ha “saputo utilizzare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, valori e bellezza”. Bergoglio cita il ragazzo nella ‘Lettera ai giovani’ firmata lo scorso anno a conclusione dei lavori del Sinodo e riporta anche una sua frase: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

Ad Assisi si prepara dunque un grande evento per quel ragazzo che, con le sue felpe e i jeans, ha mosso la rete e ha visto crescere blog e siti dedicati alla sua testimonianza. Al Santuario della Spogliazione è stata aperta la sua tomba per consentire ai fedeli la venerazione, su prenotazione e contingentata a causa delle norme Covid. E quando è emersa l’immagine di un giovane che sembrava solo dormire, con la sua tuta da ginnastica, su Facebook in molti hanno gridato al miracolo. Ma quel corpo – ha dovuto precisare il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino – non era incorrotto ma trattato proprio per consentirne l’esposizione. Ma non c’è stato il tempo per la delusione: “è santo lo stesso”, hanno commentato gli internauti.

Ad Assisi Carlo Acutis avrà l’onore di essere innalzato agli altari nella basilica di San Francesco, il patrono d’Italia. E’ atteso un grande afflusso e, per rispettare le norme sanitarie, sono pronti anche i maxischermi all’esterno. La celebrazione sarà trasmessa dalla tv della Cei e, naturalmente, per il futuro patrono del web, anche in streaming.

 

Tanti i fedeli, oltre tremila persone hanno raggiunto la cittadina umbra; nelle piazze maxischermi per consentire di seguire la diretta senza assembramenti. Il pio giovane ha trovato una via privilegiata perché ne fosse riconosciuta rapidamente la santità, malgrado la giovanissima età e la morte avvenuta, per leucemia (a Monza nel 2006) solo quattordici anni fa. Ma colui che sarà riconosciuto patrono del web per la bravura nel navigare su internet e renderlo luogo di evangelizzazione ha conquistato tutti con modi così incisivi e veloci da risultare misteriosi.

La festa in Cilento

Anche in Cilento, città del nonno Antonio e dei suoi fratelli, Giovanni, Maria Rosaria e Lucio, ieri si fa festa nelle parrocchie. I sacerdoti pubblicano riflessioni sui social, altri fotografie, altri ancora brevi citazioni di frasi del Beato. A Vallo della Lucania si terrà la prima festa del Beato con una celebrazione presieduta alle 18.30 dal vescovo, Ciro Miniero a Santa Maria delle Grazie (ovunque celebrazioni il 12 ottobre, giorno della morte).

All’inizio del rito, l’arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Domenico Sorrentino, chiede di «voler iscrivere nel numero dei beati il Servo di Dio Carlo Acutis» e il cardinale Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, legge la lettera apostolica di Papa Francesco: «Concediamo che il venerabile servo di Dio Carlo Acutis, laico, che con l’entusiasmo della giovinezza coltivò l’amicizia con Gesù, mettendo l’Eucarestia e la testimonianza della carità al centro della propria vita, d’ora in poi sia chiamato beato».

Subito dopo è intronizzata la reliquia di Carlo, il suo cuore che tanto amò, custodito in una teca. Nell’omelia, il cardinale parla del primo santo dei millennials (la sua generazione) ricordandone la «grande carità verso il prossimo, soprattutto verso poveri, anziani soli e abbandonati, senzatetto, disabili e persone che la società emarginava e nascondeva. Carlo era sempre accogliente con quanti erano nel bisogno e quando, andando a scuola, li incontrava per strada si fermava a parlare, ascoltava i loro problemi e, nei limiti delle sue possibilità, li aiutava». Per Vallini «la sua vita è un modello particolarmente per i giovani, a non trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri, ma nei valori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo: mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi».

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