Cronaca

Cava, riesumato il corpo di Anna Esposito: dopo anni la verità

CAVA DE’ TIRRENI. È stata riesumata la salma di Anna Esposito, commissario di polizia, nata a Cava de’ Tirreni e morta tredici anni fa in circostanze tuttora da accertare. L’operazione di riesumazione, disposta dai magistrati della Procura di Potenza, Francesco Basentini e Valentina Santoro, infatti, mira proprio a chiarire alcuni aspetti rimasti oscuri, tramite un nuovo esame autoptico. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la dirigente della Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) venne trovata esanime nella propria abitazione a Potenza. Un grande clamore mediatico esplose attorno al mistero di una morte che, a distanza di tempo, presenta ancora dei tratti oscuri. Cosa si pensa sia davvero accaduto? Ripercorriamo brevemente i momenti principali della vicenda.

Era il 12 marzo 2001 quando Anna Esposito venne ritrovata impiccata con la cintura dei pantaloni della divisa stretta al collo nell’appartamento di servizio. In un primo momento, le indagini parlarono di suicidio. La pista da seguire, però, non pare essere solo questa e, dopo anni, potrebbe essere raccontata un’altra verità. Alla base della riapertura dell’inchiesta e della riesumazione della salma, richiesta ormai da anni dal papà di Anna, Vincenzo Esposito, pare ci siano l’ipotesi che il suicidio possa essere stato inscenato e un nome iscritto dalla Procura nel registro degli indagati, il nome dell’ultima persona che avrebbe visto Anna viva, stando alle testimonianze e ai tabulati telefonici. Si tratta del 50enne, giornalista del Tg3 Basilicata, Luigi Di Lauro, ex compagno della donna, su cui pende l’ipotesi di accusa di omicidio, probabilmente di origine passionale. Non basta. La morte del commissario potrebbe celare, infatti, anche dei legami con un altro delitto avvenuto a Potenza, quello di Elisa Claps –  la 16enne scomparsa il 12 settembre 1993 – su cui Anna stava indagando proprio nei giorni precedenti alla tragedia. Pochi giorni prima di venire ritrovata impiccata in Questura, Anna Esposito aveva fissato un appuntamento con Gildo Claps, il fratello di Elisa, per parlargli. Pare che Anna fosse a conoscenza del fatto che qualcuno nella Questura di Potenza sapesse dove Elisa era stata sepolta.

Così arriviamo ad oggi. Hanno avuto luogo, presso il cimitero di Cava, dove Anna fu sepolta, le operazioni disposte dall’autorità giudiziaria per gli accertamenti. Nei primi giorni di febbraio si conosceranno i risultati della nuova autopsia sui resti del cadavere di Anna Esposito.
Al consulente, nominato dalla Procura, Francesco Introna, sono stati concessi 60 giorni di tempo per depositare la sua perizia. Saranno presenti anche due consulenti, nominati dall’unico indagato, Di Lauro, ed altri due, incaricati dalla famiglia del commissario di polizia. Anna potrebbe essere stata soffocata e poi appesa alla maniglia della porta con una cintura. Del medesimo avviso anche il consulente tecnico della Procura dopo aver visionato le fotografie della prima autopsia, che mostrano la presenza di macchie ipostatiche (le chiazze violacee che si formano sui cadaveri) in posti diversi, rispetto a quelli dove di solito si formano sui corpi di chi si impicca. Al momento l’avvocato Pinto, legale del giornalista indagato, preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione.

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