Inchiesta

Cilentana, ma quanto ci costi?

Era il marzo del 2013 quando una frana si è mangiata un’intera carreggiata della strada provinciale 430, anche conosciuta come Cilentana, l’unica strada veloce che colleghi alto e basso cilento.
Sette mesi (e un’estate) dopo, la carreggiata in direzione sud era ancora interdetta al traffico, quando un nuovo allarme ha costretto alla chiusura completa della strada fra le uscite di Agropoli sud e Prignano. Il movimento franoso era più ampio di quanto pensato inizialmente e stava causando la traslazione di due pilastri che sorreggono il viadotto “Chiusa”.
Quando si dice “piove sul bagnato”: un vero disastro che ha riportato il sistema viario cilentano ai livelli di decenni fa, ha penalizzato l’economia, creato disagi, ma soprattutto ha assorbito moltissime risorse economiche dalle casse (vuote) della Provincia di Salerno.

CI SIAMO QUASI

Dopo quasi un anno (e un’altra estate) i parlamentari Pd tornano a chiedere al governo di affidare la Cilentana all’Anas (come già ipotizzato tempo fa), dal momento che la Provincia si sarebbe rivelata incapace di risolvere la grave situazione. E fra l’altro lamentano la mancanza di informazioni sull’avanzamento dei lavori di ripristino.
Si perché finalmente nel marzo del 2014 la Regione Campania ha ammesso a finanziamento il progetto per i lavori di ripristino e messa in sicurezza della Cilentana, ossia per il rifacimento della carreggiata franata esattamente un anno prima. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto per questo intervento è stata la società salernitana Co.ge.po, che si è offerta di eseguire gli interventi per un costo di 746.619,21 euro che insieme all’Iva ammonta a più di un milione di euro. I lavori di ripristino prevedono la creazione di un sistema di drenaggio delle acque che dovrebbe evitare nei prossimi anni il ripresentarsi di fenomeni franosi. I lavori sono cominciati lo scorso agosto e dovrebbero essere terminati entro fine mese.

I PRIMI INTERVENTI

Di interventi sulla Cilentana ne sono stati fatti altri e di soldi ne sono stati spesi già un bel po’ (ma guardiamo l’altro lato della medaglia: in molti ci hanno guadagnato). Facciamo un resoconto dei costi sostenuti finora.
Scattato l’allarme, quando ci si è accorti che l’intero viadotto stava per venire giù insieme al terreno sottostante, per fermare in via emergenziale e temporanea il processo franoso sono stati effettuati degli interventi di rafforzamento dei pilastri interessati. L’intervento di rafforzamento del viadotto e delle fondazioni e di drenaggio delle acque, eseguito da In Sud Interventi nel Sottosuolo srl, è costato 118mila euro ed ha permesso di fermare il movimento roto-traslativo dei pilastri e il crollo dell’intero viadotto.
La Provincia di Salerno, in attesa di aiuti dall’alto, ci ha messo le pezze, cercando di riaprire la strada almeno parzialmente. In realtà c’è anche riuscita e l’impresa gli è costata 219mila euro.
Sono stati infatti avviati due interventi successivi: un primo intervento è stato portato a termine da Nuova Logica di Castel San Giorgio, per un importo di 30mila euro circa, un secondo intervento è stato affidato invece all’impresa edile Goffredo Michele di Colliano, per quasi 67mila euro.
Preliminarmente a questi interventi è stato però necessario effettuare degli studi: l’ingegnere Giovanni Sammartano, ha infatti “redatto apposito progetto per l’esecuzione di una campagna di indagini in situ per la caratterizzazione meccanica e quantitativa dei materiali costituenti il viadotto, nonché delle prove di collaudo statico e dinamico per valutazione delle capacità portanti residue della struttura”. Le prove sono state affidate alla Lasped Engineering Service srl di Cava de’ Tirreni, per 75mila euro, coadiuvata e guidata dall’ingegnere Michele Brigante: una prestazione professionale di 25mila euro.
Intanto la Dervit Spa di Roccadaspide, società di fiducia della Provincia, si è occupata della realizzazione dell’impianto di pubblica illuminazione per garantire “la buona illuminazione fissa di notte del viadotto e prima del restringimento della carreggiata nord”, per un importo di 26mila euro circa.

LA CILENTANA RIAPRE (FINCHE’ DURA)

Tutti interventi che hanno poi portato alla riapertura provvisoria di una sola carreggiata per il periodo che va dal 18 luglio all’8 settembre, ossia 53 giorni in tutto. Un’apertura che comunque di per sé è costata altri 26mila euro circa, per un “intervento volto alla posa in opera e rimozione continua di sistemi di salvaguardia per la pubblica e privata incolumità necessari a garantire il verificarsi di eventi che possono determinare gravi danni economici all’Ente”, affidato alla Eli Strade Sas di Cava de’ Tirreni. Quasi 500 euro al giorno.

QUANTO CI COSTA

La Cilentana ci è quindi costata già 337mila euro (ed è un calcolo per difetto), spesi per fermare il crollo e riuscire a riaprire la strada parzialmente per qualche giorno. Soldi a cui ora aggiungiamo il milione di euro per la definitiva – si spera – sistemazione del viadotto, che la Regione Campania ha finanziato tramite fondi europei (l’intervento è previsto in un protocollo d’intesa fra Regione e Provincia che prevede la messa in sicurezza di altri 45 interventi sulle strade provinciali dissestate per un totale di 27,630 milioni di euro).

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