Cronaca

Confiscati i beni del clan Misso: anche in provincia di Salerno

Il Centro operativo della Dia di Napoli ha eseguito un provvedimento di confisca di beni emesso dal Tribunale di Napoli sezione Misure di prevenzione nei confronti dei fratelli Candurro, Giuseppe e Vincenzo, considerati esponenti di vertice del clan camorristico Misso, radicato ed egemone nel quartiere Sanità a Napoli.

Le indagini

Le indagini, che hanno preso avvio dall’analisi di operazioni finanziarie sospette e che sono state comprovate anche dalle risultanze emerse da una rogatoria internazionale con acquisizione di documentazione bancaria presso istituti bancari svizzeri, hanno confermato come Vincenzo Candurro, detto “Enzo ‘o barbiere” (in quanto titolare, in passato, di una barberia nel centro storico di Napoli), sia diventato nel tempo il cassiere e uomo di fiducia del boss Giuseppe Misso, mentre il fratello Giuseppe si sia invece occupato, sempre per conto del clan Misso, del reimpiego in attività economiche di denaro di provenienza illecita.

La confisca dei beni

L’operazione ha portato alla confisca di 17 unità immobiliari, 7 società (di cui 3 con confisca dell’intero patrimonio aziendale), una rivendita di tabacchi e valori bollati in provincia di Salerno, 8 auto e motoveicoli, 16 depositi bancari (di cui due nella Repubblica di San Marino) e 6 polizze assicurative per un valore di oltre 9 milioni di euro.

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