Cronaca

Elezioni scolastiche: denunce di brogli a Castel San Giorgio

Denunce di brogli nelle elezioni scolastiche all’istituto comprensivo di Castel San Giorgio capoluogo. In una lista figura come candidato anche un assessore.

Elezioni scolastiche: denunce di brogli a Castel San Giorgio

Nomi inesistenti inclusi nelle liste elettorali, la commissione di controllo che non verbalizza, polemiche politiche e clima rovente. Scoppia la grana e fioccano le denunce alla Procura della Repubblica per la prossima elezione del Consiglio d’istituto all’istituto comprensivo di Castel San Giorgio capoluogo.

Una lista comprende come candidati un assessore comunale e il fratello di un altro assessore e nella lista contrapposta c’è invece la cognata di un altro assessore in carica. La cosa ha provocato polemiche a non finire e alla fine è scattata la denuncia.

In una dettagliata lettera inviata alla dirigente dell’istituto comprensivo, una delle candidate fa una affermazione molto grave che dovrebbe essere propedeutica ad una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica. La commissione elettorale non si sarebbe riunita nei tempi previsti e non avrebbe controllato alcunché prima della pubblicazione delle liste sul sito della scuola.

La lettera-denuncia

Nella lettera, la candidata sottolinea che nella lista n. 1 affissa all’albo della scuola, compare almeno un nominativo di un genitore inesistente all’anagrafe comunale, così come indicato nella lista pubblicata, ma abbinato ad un cognome di un ex sindaco della città. Il tutto, senza alcun riferimento nel verbale della Commissione elettorale di istituto.

Nella lettera viene sottolineato pure che l’irregolarità emersa nella lista non è stata sanata entro il termine dei tre giorni successivi alla presentazione della lista stessa, così come previsto dalle norme.

Nei prossimi giorni si rischia che tutto salti. La contrapposizione politica, anche nella scuola, ha prodotto lo stesso risultato della vita sociale. Ora saranno la dirigente scolastica o addirittura la Procura della Repubblica a decidere il da farsi.

FONTE: Le Cronache

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