Cronaca

Furti di merce dai camion nell’Agro nocerino: 38 persone rinviate a giudizio

Furti di merce dai camion: rinviati a processo in 38 gli imputati del secondo filone relativo alla maxi-inchiesta “Big boat”, istruita contro un sistema di truffe attivo in tutta Italia, con base associativa nell’Agro nocerino, specialmente tra Angri e San Valentino Torio.

Furti di merce dai camion: il processo

Il gruppo era in grado di far sparire con artifizi e raggiri organizzati merce di ogni tipo, carichi e trasporti fantasma, dopo aver incrociato commesse per la logistica e lo svolgimento di spostamento di lotti.

Il processo inizierà il prossimo 13 marzo davanti ai giudici del secondo collegio, seguendo dei pregressi procedimenti “gemelli”. Tra i coinvolti dell’Agro sono sotto accusa per episodi commessi al nord, a Varese, Pordenone, Verona, Torino, Como e in tutta l’area Umberto Adiletta di Sarno, Giuseppe Aliberti di Scafati, Gennaro Caldieri di San Valentino Torio, Francesco Vastola di San Valentino Torio, Maria Neve Arcamone di Milano, il paganese Carlo Nappo, Giuseppe Chiavazzo e Aldo Cicalese di Angri, Giuseppe Federico di Scafati.
La maxi operazione fu eseguita nella primavera 2016 contro una organizzata gang di specialisti nella sparizione di merce: da allora sono state comminate condanne con rito alternativo per altri imputati e stralci a carico dei presunti capi, fuori da questo filone specifico, in particolare Gaetano Vezzi, di Torre Annunziata, il sarnese Umberto Guadagno, Elvira Iuliano di Pagani, Vincenzo Quartuccio.

Il gruppo fu ricostruito nei suoi ruoli e nelle sue diramazioni dall’operazione della Polizia, coordinata dalla Procura nocerina, con sopralluoghi, pedinamenti e installazione di gps, oltre all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, tra le quali fu ascoltata una conversazione che parlava dell’enormità delle truffe come di una nave gigante, una “Big boat”che riusciva a far sparire la merce dai tir, attraverso la commissione di centinaia di singoli episodi contestati in tutta Italia, con le mappe degli spostamenti dei mezzi e la loro sparizione successiva.

Allora, con esecuzione nella primavera 2016, furono eseguite complessivamente 39 misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale nocerino. La maxi frode, a costi risibili, riusciva ad attirare committenti in virtù di prezzi concorrenziali stabiliti ad hoc, per poi compiere le “sparizioni”, con documentazioni fasulle, false referenze come documenti di circolazione falsificati e polizze assicurative alterate.

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