Cronaca

Incassava acconti per le auto e poi spariva con i soldi, accadeva a Giffoni

Incassava acconti per le auto e poi spariva con i soldi, accadeva a Giffoni.


GIFFONI VALLE PIANA. Si chiudono le indagini, per uno dei tanti casi di cui è accusato, sull’uomo che un anno fa incassava acconti da clienti che volevano acquistare un’auto usata a buon prezzo ma non consegnava la merce per poi sparire senza più rispondere a telefono.

Decine le denunce finite sul tavolo della Procura a carico di un 56enne di Giffoni Valle Piana, sedicente venditore di auto, accusato insieme alla moglie, impiegata in una società di poste private, di una serie di truffe seriali.

L’inchiesta, avviata un paio di anni fa, è ora arrivata ad una svolta: il pubblico ministero Marinella Guglielmotti, ha firmato un avviso di conclusione delle indagini preliminari in relazione ad uno degli episodi denunciati mentre continua l’attività investigativa in merito ad altri casi.

Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, secondo quanto riporta Il Mattino, C.A., 56 anni e C.R., 51 anni, gestori di una società esercente attività di commercio al dettaglio di autoveicoli industriali e commerciali, rispondono ora dell’ipotesi di reato di truffa in concorso.

La vicenda, sulla quale la Procura ha appena chiuso il cerchio, vede come vittima un commercialista di Cava de’ Tirreni, E. C., che, dopo aver versato l’acconto di 5mila euro per l’acquisto di una Lancia Musa Multijet pattuita per l’importo complessivo di 7mila e 200 euro, non ha mai ricevuto l’autovettura.

Sempre lo stesso il metodo utilizzato dal sedicente venditore per mettere a segno le truffe: dopo aver venduto realmente alcune auto a liberi professionisti e a personale delle forze dell’ordine, sulla scia del passaparola innescato da questi ultimi inconsapevoli della truffa incassa acconti da altri clienti senza consegnare le auto.

Al primo appuntamento l’uomo si presentava bene e con modi garbati, apparendo attendibile e dando una falsa impressione di affidabilità; quindi, dopo aver fissato un appuntamento con il potenziale nuovo acquirente, gli mostrava, in genere in un bar o al domicilio dello stesso, il suo «parco auto» attraverso un tablet, lasciando che il cliente possa scegliere liberamente ad un prezzo vantaggioso un’auto seminuova da un elenco di foto. In alcuni casi, invece, si presenta all’appuntamento alla guida di un’auto da vendere, che afferma far parte del «parco auto» a sua disposizione.

Infine, dopo aver millantato amicizie e «canali preferenziali di conoscenze» con personale delle forze dell’ordine, quali suoi «clienti privilegiati», e con società che vendono auto aziendali a prezzi vantaggiosi, si fa consegnare dalla vittima del raggiro un cospicuo anticipo sul prezzo dell’auto, per «fermare la macchina» prenotandola. L’ignaro acquirente il più delle volte ha acquistato un’auto che non è neppure in vendita.

 


 

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