Curiosità

Juventus, accordo con 10 Bet

Una società di scommesse sportive che ha sede a Malta e che ad oggi è tra quelle maggiormente in ascesa: dall’altra parte, il club calcistico più prestigioso e seguito del nostro paese, la Juventus. Cosa hanno in comune queste due entità? Semplicemente un accordo di partnership per 3 stagioni.

Una notizia che in Italia è passata probabilmente inosservata per un motivo ben preciso: l’accordo non riguarda il mercato italiano visto quanto stabilito dalla legge, in particolare dal Decreto Dignità voluto fortissimamente da Luigi Di Maio, all’epoca ministro del Lavoro.

Come si ricorderà, il provvedimento aveva messo nel mirino le sponsorizzazione riferite al gioco d’azzardo andando a vietarle. Una decisione che aveva causato una levata di scudi non indifferente e che ha portato alcune società, la Juventus su tutte, a cercare soluzioni alternative, assolutamente legali.

Juventus e partnership con società di scommesse

Non è la prima volta che la Juventus chiude un accordo commerciale di questo genere, già in passato si era assistito a partnership con società del settore scommesse: da Betclic al più recente Betfair. Il tutto sempre senza comprendere il mercato italiano, vista la legge di cui sopra.

Una sorta di escamotage ma assolutamente lecito, dato che se in Italia la pubblicità riferita al gioco, che sia diretta o indiretta, sponsorizzazione o cartellonistica negli impianti sportivi è vietata, all’estero non lo è. Ed ecco che potrebbero essere in tante società sportive a seguire questo esempio.

Cosa fanno le altre squadre di Serie A

In realtà c’è chi lo fa già, anche in Serie A: è il caso della Roma, che come riportato dal sito Richslots ha in piedi una partnership con una società di scommesse in Asia: si tratta di Awcbet, subentrata dopo che il club capitolino ha dovuto rinunciare ai 4,5 milioni all’anno garantiti da Betway sempre a seguito del Decreto Dignità.

C’è poi il Bologna, che ha trovato un partner sempre asiatico, JDO, del settore scommesse. Il tutto sempre limitato al solo mercato dell’Asia per un valore di 500 mila euro annui. In sostanza tante società di Serie A potrebbero, da qui al futuro prossimo, adottare questa scorciatoia per continuare a ricavare profitti da sponsorizzazioni di scommesse restando nei paletti della legge.

Il campionato italiano ha, d’altra parte, ritrovato competitività aumentando di conseguenza l’appeal per investimenti pubblicitari. Ed il settore della scommesse, volenti o nolenti, resta uno dei più ricchi, tra quelli che pagano di più.

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