L'oscuro

La leggenda dalla principessa Saccia

Ai piedi del Monte Motola, nei pressi della gola del Sammaro, in un paesaggio naturale che conserva intatta la sua stupefacente bellezza, si trova il centro di Sacco Vecchia.
L’arcaica città fu abbandonata per costruire il nuovo centro abitato di Sacco, costruito a 610 metri sul livello del mare ed ancora attualmente abitato. L’antico borgo di Sacco Vecchia invece fu abbandonato per motivi tutt’oggi da chiarire, ma probabilmente la scelta è stata fatta per una questione di comodità. Sacchio Vecchia sorge infatti quasi sulla cima del monte, in un luogo difficile da raggiungere e da cui era poi difficile comunicare con gli altri paesi del territorio. Ad ogni modo, sono numerosi ed importanti i reperti di interesse storico ritrovati a Sacco, come il Calice di San Silvestro conservato nel Museo Diocesiano di Vallo della Lucania, testimonianza questa di un borgo che una volta doveva essere ricco e fiorente. Ancora oggi tra i ruderi del borgo fantasma, nell’antico maniero longobardo che una volta lo difendeva, aleggia un’antica leggenda che si tramanda di padre in figlio: l’infelice storia di Saccia.
Si racconta che il duca Zottone di Benevento vi rinchiuse la consorte, Saccia appunto, colpevole, secondo la leggenda, di adulterio. Tanta fu l’ira del duca, che dopo aver rinchiuso l’amata, mise l’abitato a ferro e fuoco. L’eco della vicenda fu tale che l’abate Francesco Sacco ne fa menzione nel suo “Dizionario Istorico Geografico del Regno di Napoli” del 1796. Ecco quanto scrive: «Questa terra si vuole essere stata edificata dagli abitanti della distrutta terra di Castel Vecchio, ove era un castello fatto dà duchi di Benevento, ed in cui fu relegata Saccia moglie di uno dei duchi di Benevento. Distrutto quello castello, gli abitanti di Castel Vecchio edificarono la presente terra e la vollero chiamare Sacco in memoria di Saccia relegata nel castello della terra di Castel Vecchio».
Diversi, tra coloro che hanno avuto l’ardire ed il coraggio di avventurarsi tra i ruderi dell’antico abitato di Sacco, hanno testimoniato di aver scorto la figura evanescente di una donna aggirarsi tra le rovine del maniero con aria sconsolata e mesta. Altri, ancora, hanno riferito di aver udito le urla di una donna provenire dai ruderi dell’antico castello longobardo che si affaccia a strapiombo sulla valle sottostante, confondendosi e legandosi in maniera sinistra alle urla del vento che soffia forte sul Motola.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio