Cronaca

Marzia Capezzuti, il dolore di Annamaria Vacchiano

In una intervista al quotidiano Il Mattino, Annamaria Vacchiano parla del dramma di Marza Capezzuti: “Ho cercato di salvarla, ma non ci sono riuscita. E questo mi fa sentire tanto in colpa“. La famiglia della 22enne si è sfasciata dopo essersi protagonista del reato di omicidio e tortura.

Marzia Capezzuti, parla Annamaria Vacchiano

“Ho tanto dolore dentro l’anima. Un po’ per quello che è successo alla mia famiglia ma soprattutto per quello che è successo a Marzia, una ragazza buona e molto educata. Lo stesso dolore che provo per lei lo provo anche per il mio fratellino più piccolo: l’altro giorno mi è stato strappato dalle braccia ed è stato portato in una casa famiglia. Vorrei sentirlo, vederlo… vorrei averlo con me almeno il fine settimana. Ma, per ora… le cose devono andare così” ha spiegato la ragazza, che ha poi provato a raccontare quanto accaduto in casa della madre:

“Me lo sto chiedendo…. Da settembre 2021 a dicembre sembrava andare tutto bene. Certo, Marzia non era più trattata bene come prima in casa di mia madre ma da dicembre a marzo l’hanno lentamente uccisa. Io sono scappata quando ho conosciuto il padre di mio figlio. Con mia mamma non ho mai avuto un buon rapporto. Mi chiamava bastarda… ed io avevo paura di lei. Portavo a vederle mio figlio. A volte lo lasciavo con lei e con Marzia quando andavo a lavoro… Poi ho iniziato a vedere che Marzia si spegneva, aveva dei lividi, i capelli tagliati male… Ed ho iniziato a parlare con mia cognata, la fidanzata di mio fratello Vito, che è anche la sorella del mio attuale compagno Paolo, e insieme abbiamo cercato di fare qualcosa per lei… Una sera volevo portarla in ospedale. Le dissi: Marzia vieni con me, ti lascio in ospedale così ti salvi ma lei mi disse di no. Mia madre le aveva fatto il lavaggio del cervello. Arrivava persino a dire che mia madre faceva bene a prendere i suoi soldi…“.

Il rapporto con la famiglia

“Sì, mia madre non voglio più vederla e neanche Damiano. I mie fratelli sì. Vito è una vittima come tutti noi, come Marzia. Non poteva non far finta di assecondare mia madre perché era ai domiciliari, altrimenti doveva andare in carcere. Anche lui ha una vita segnata da tante cose brutte ma non anche lui ci ha aiutato quando io e mia cognata volevamo salvarla”.

Redazione L'Occhio di Salerno

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