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Ogni anno, 5 milioni di uomini subiscono violenze dalle donne

Oramai è gergo comune, nei bar, per le strade, nelle palestre e nei comuni luoghi di ritrovo, è consuetudine ascoltare frasi del tipo: “è impossibile che una donna possa aggredire un uomo“, “la donna è fisicamente e psichicamente più debole di un uomo“, “un uomo non può subire molestie da una donna, perché gli piace”. In questo periodo storico così concitato, un pensiero unidirezionale e una cultura dominante, consente (ad una larga maggioranza di persone) di procedere per stereotipi, es: “la donna è fragile”, “la donna è preziosa”, questi degenerativi meccanismi sociali, hanno permesso di ideologizzare il falso concetto che (in qualunque caso) la donna è sempre docile, incolpevole, vittima e l’uomo è (sempre e comunque) il carnefice.  Tuttavia, siamo realmente sicuri che, questi luoghi comuni (per altro anche abbastanza vetusti e fraudolenti) corrispondano al vero?

L’unica e sola realtà, che ci consente a trecentosessanta gradi di avere un quadro generale della situazione, sta in un concetto basilare del mondo conosciuto, ovvero che, quando due persone (appartenenti a qualunque razza o sesso) si confrontano, essi non rappresentano una categoria o un gene, bensì solo e soltanto loro stessi. Purtroppo, però, i dati attestano che la società risulta essere abbondantemente lontana da questo concetto universale e, il gap culturale, determina che ci siano ancora differenze sostanziali tra uomo e donna: le donne sostengono l’opinabile concetto basato sul fatto che siano (in assoluto) svantaggiate in ambito professionale, mentre gli uomini (assimilando queste convinzioni infondate e penalizzanti) si ostinano conseguentemente ad ostentare un innaturale atteggiamento remissivo verso l’altro sesso.

Questo problema di genere, ha scatenato inevitabilmente il fenomeno della cosiddetta “condizione maschile”, ovvero quello che da alcuni studiosi è considerato un dramma legato alla emancipazione psicologica maschile, i pregiudizi legati al concetto di “maschio” e il tabù che riguarda la violenza femminile sul sesso opposto. La violenza sugli uomini esiste e come ed ogni anno, a farne le spese sono: la psiche, il portafogli e perfino la sessualità di 5 milioni di “maschi”. Purtroppo, in Italia, questi studi sono presi molto sottogamba e (in moltissimi casi) anche ostaggio di pregiudizi, ma una di queste (quasi passata inosservata) è partita come un proiettile nel 2011 da una equipe dell’Università di Siena su un campione di uomini tra i 18 e i 70 anni. Il metodo è stato simile a quello utilizzato dall’Istat nel 2006 per la raccolta dei dati sulla violenza ai danni delle donne e ancora oggi (a distanza di 10 anni) vengono riportati con grande enfasi. I risultati riportati da questi dati, sono che: in questi 5 milioni, minaccia di esercitare violenza il (63,1%); graffi, morsi, capelli strappati il (60,05); lancio di oggetti il (51,02); percosse con calci e pugni il (58,1%) e, in un crescente (8,4%), ci sono gli atti che possono compromettere drasticamente l’incolumità di un individuo.

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