Cronaca

Ospedale Ruggi d’Aragona, la denuncia di una 37enne: “Il pronto soccorso non mi ha accettata”

La 37enne Anna Ferrara residente a Cava de’ Tirreni, ha denunciato, a distamza di pochi giorni da un delicato intervento, il rifiuto di accoglierla da parte del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.

Ospedale Ruggi d’Aragona, la denuncia di una 37enne

“Se sono viva oggi lo devo soltanto agli ottimi medici dell’ospedale “Santa Maria dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni che, in sinergia con l’equipe del Primo Policlinico di Napoli, hanno permesso fossi qui a raccontare la mia storia”. La
denuncia, a toni forti, arriva da Anna Ferrara, 37enne residente nella cittadina metelliana, a distanza di pochi giorni il delicato intervento chirurgico subìto in seguito alla scoperta di una dolorosa diverticolite. A complicare la situazione, il rifiuto di accoglierla da parte del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.

«Tutto è cominciato la settimana scorsa con forti dolori addominali a causa di un virus intestinale.
Lo scorso venerdì, dopo innumerevoli telefonate al medico di base il quale mi aveva consigliato di ricorrere a una spasmex, ho chiamato la guardia medica e sono stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Cava. Dagli esami clinici non è uscito nulla di alterato. Sembrava solo una forte colite che sabato e domenica ho trattato
con flebo. Domenica sera mi sono sentita di nuovo male – prosegue Anna, – Ho sentito come uno scoppio, una sciabolata nella pancia. Lunedì mattina sono stata portata di nuovo all’ospedale di Cava. La tac addominale con mezzo di contrasto ha evidenziato lo scoppio di un diverticolo».

Così Anna scopre di soffrire di diverticolite. A compromettere la sua situazione clinica, una miopatia tipo central core desease. «Si decide di portarmi al “Ruggi d’Aragona” ma al pronto soccorso non vengo accettata. Con mezzi spicci vengo trattata malissimo e rispedita a Cava de’ Tirreni. Qui, dopo le urla disumane dei miei genitori perché ero a rischio setticemia, decidono di operarmi.

Vengo preparata per l’intervento e, contemporaneamente, firmo per un intervento di stomia intestinale “salvavita”. Vengo trasferita in sala operatoria, ma verrò operata solo dopo le ore 20 perché, a causa della mia malattia genetica non posso ricevere l’anestesia normale.

Grazie ai numeri di telefono salvati nella mia rubrica, i medici di Cava si mettono in contatto con l’equipe che mi segue da anni presso il Primo Policlinico di Napoli. Inizia così un intervento guidato telefonicamente dai medici napoletani.
Dopo le informazioni sul da farsi alle 20 circa l’equipe compie il miracolo, difficilissimo dato il mio stato pregresso, e
soprattutto l’infezione in atto. Alle 23 torno in reparto».

I ringraziamenti

Lieto fine per Anna che, con commozione, ci tiene a ringraziare i medici che l’hanno operata.
“Si parla tanto male del nostro sud che dimentichiamo le belle cose. Ci tengo a sottolineare come il contatto con i medici di Napoli, che da anni monitorano la mia rara malattia genetica, sia stato fondamentale per poter procedere all’intervento. Ringrazio loro se oggi sono qui a raccontarlo, se oggi sono viva”.

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