Politica e camorra, accordi e corruzione: parla il colonnello Iannaccone

SCAFATI. Il colonnello della Dia afferma che a Scafati i clan volevano stringere accordi con la politica. L’intento era quello di raggiungere la pubblica amministrazione e fare i propri interessi, passando da un clan all’altro.

Queste e altre circostanze sono state verbalizzate dai giudici del collegio di Nocera Inferiore con la deposizione del capitano della Dia, Fausto Iannaccone, che ha ripercorso ieri mattina la genesi dell’indagine “Sarastra”, il cui impianto accusatorio ipotizza un patto tra l’amministrazione dell’ex sindaco, Pasquale Aliberti, con gli esponenti del clan Loreto-Ridosso.

Il militare ha affrontato diversi temi: dalle segnalazioni sul clan dei Casalesi, con ulteriori collegamenti nel comune di Scafati, ai presunti rapporti con il clan di Zagaria fino agli interessi del clan di Scafati per le elezioni amministrative e regionali e alle centinaia di documenti sequestrati. Oltre quattro ore di testimonianza, cominciata con l’attentato con tanto di bomba esplosa nei pressi della casa di Lucio Cuomo, cognato del consigliere d’opposizione del Partito Democratico, Vittorio D’Alessandro.

Era il 23 aprile 2015. Da lì le prime perquisizioni e il primo sequestro di documenti: dagli appalti pubblici sul polo scolastico ad un bando per la nomina di funzionari

Le parole di Iannaccone

Iannaccone ha inoltre illustrato i contenuti di alcuni verbali riempiti da collaboratori di giustizia, come Pasquale Loreto, che nel 2011 riferì che l’ex sindaco Aliberti fosse stato…



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