Cronaca

Salerno, oltre un secolo di carcere per gli spacciatori del lockdown: ricorsi inammissibili

Ricorsi inammissibili. Sono, quindi, definitive le sentenze per i protagonisti del giro di spaccio cocaina, crack e marijuana, a Salerno noti come “gli spacciatori del lockdown”. I giudici della Cassazione hanno respinto i ricorsi avanzati dai legali degli imputati rendendo quindi le pene definitive. Lo riporta l’edizione odierna del Il Mattino.


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Salerno, sentenze definitive per gli spacciatori del lockdown: ricorsi inammissibili

Gli spacciatori del lockdown avevano monopolizzato la piazza salernitana fatturando fino a 100mila euro al mese. Oltre un secolo di carcere è la pena complessiva inflitta agli imputati che lo scorso aprile si erano visti in larga parte confermare le pene già comminate l’anno precedente dal gup Giandomenico D’Agostino al termine del rito con il giudizio abbreviato.

Avevano già rinunciato all’Appello incassando uno sconto di pena in base alla Riforma Cartabia il 35enne Luca Franceschelli, ritenuto dagli inquirenti a capo della gang, e già condannato dal Gup a 17 anni e 4 mesi di reclusione; il 33enne Rocco Cafaro; Santo Pecoraro e la 45enne Silvia Pappalardo.

Gli imputati

La Cassazione ha invece reso definitive le sentenze per gli altri due capi promotori, il 28enne Fabio Salzano condannato a 12 anni e due mesi di reclusione e per il 43enne Emilio Ciaglia, condannato a 10 anni e 4 mesi di reclusione.

Pene definitive anche per gli altri imputati:

  • 4 anni e 11 mesi per il 59enne Sabato Fasano;
  • 4 anni e 9 mesi per Giuseppe Pennasilico;
  • 4 anni e 9 mesi per Giuseppe Ottati;
  • 4 anni e 7 mesi per Francesco Mercadante;
  • 4 anni e 7 mesi per Giuseppe Galdoporpora;
  • 4 anni e 7 mesi per Claudio Gibuti;
  • 4 anni e 7 mesi per Giovanna Liguori;
  • 4 anni e 7 mesi per Moreno Di Martino;
  • 4 anni e 7 mesi per Donato Bernardo Criscuoli
  • 4 anni e 7 mesi per Roberto Consiglio;
  • 3 anni per Marco Milo;
  • 6 mesi per Francesco Cafaro;
  • 2 anni e 10 mesi per Agostino Abate;
  • 3 anni e un mese per Giuseppe D’Auria;
  • 3 anni e 2 mesi per Alfonso Passamano;
  • 5 anni per Raffaele Scotto Di Porto;
  • 3 anni per Solferino Tiano Luciano;
  • 2 anni e 6 mesi per Francesco Spero;
  • 4 anni e 7 mesi per Walter Stabile;
  • 4 anni e 9 mesi per Marco Tranzillo;
  • 6 anni e 3 mesi per Vincenzo Ventura;
  • 4 anni e 9 mesi per Luca Delfino;
  • 6 anni e 10 mesi per Carmine Caputo;
  • un anno e 4 mesi per Raffaele Cocci;
  • 2 anni e 10 mesi per Pasquale Raucci;
  • 2 anni e 10 mesi per Raffaele Crispino;
  • 6 anni e 10 mesi per Luigi Mercadante;

La condanna annullata

Unico ricorso accolto è stato quello per Teodora Pace (già condannata a 6 anni e 10 mesi) che, assistita dagli avvocati Antonietta Cennamo e Francesco Saverio Dambrosio, si è vista annullare la sentenza di condanna con rinvio del procedimento davanti alla Corte d’Appello del tribunale di Napoli.

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