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Scafati. Rosa Cosenza ricorre al Tar

SCAFATI. Come preannunciato, la signora Rosa Cosenza, moglie del consigliere dei Democratici Marco Cucurachi, ricorrerà al Tar di Salerno per la questione del presunto abuso edilizio. I coniugi hanno già provveduto a querelare anche il sindaco Pasquale Aliberti assieme ai dirigenti dell’ufficio Tecnico e della Polizia Municpale, oltre ai capigruppo di maggioranza, per la diffusione degli atti di indagini sul noto social network Facebook.

“In data 12 gennaio 2015 è scaduto il termine di trenta giorni entro cui l’Amministrazione avrebbe dovuto rispondere alla richiesta di accesso agli atti e rilasciare la documentazione e posta alla base dell’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi notificata l’1/12/14 – spiega Rosa Cosenza – Così non è stato per cui mi ritrovo costretta ad adire il Tar di Salerno per la tutela dei miei diritti”.

Si sentono vittime di una strumentalizzazione politica i coniugi Cucurachi, a cui i querelati hanno risposto con una controquerela. “Dopo la pubblicazione degli atti secretati su Facebook e fuoriusciti illegittimamente dall’Ufficio Tecnico e dal Comando dei Vigili, ora anche il silenzio che impedisce di fatto di poter visionare gli atti. La persecuzione continua ma non ci demoralizziamo e continuiamo la battaglia per l’affermazione della legalità”.

Di parere opposto Brigida Marra, avvocato e membro di punta della maggioranza, finita sul lungo elenco di querelati: “La nostra maggioranza non ha bisogno di ricorrere alla contestazione di fatti personali per esercitare attività politiche, preferiamo infatti, confrontarci sugli argomenti seri nell’interesse della città, sui quali fino ad oggi non abbiamo ancora avuto il piacere di sentire l’opposizione del consigliere Cucurachi”.

Sull’argomento è intervenuto anche il consigliere Mimmo Casciello: “Non si comprende tra l’altro per quali oscure ragioni nello stesso provvedimento viene coinvolto anche mio figlio Michele, che non ricopre nessun ruolo istituzionale. Non riesco a credere che per colpire me sono addirittura arrivati a querelare mio figlio. Un comportamento ignobile e privo di qualsiasi giustificazione reale”.

(Fonte: Agro24)

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